Assegno divorzile: come funziona

Premetto che l’assegno divorzile non deve essere confuso con l’assegno di mantenimento, in quanto quest’ultimo viene erogato durante la separazione, mentre il primo al momento del completamento della pratica. 

All’assegno divorzile ha diritto quel coniuge che dopo il divorzio, secondo l’articolo 5 della legge 898/1997, non ha mezzi adeguati o non può procurarseli per ragioni oggettive. 

Questo diritto nei confronti dell’altro coniuge sussiste fino a quando quest’ultimo non contrarrà nuove nozze o il coniuge che erogava l’assegno muore. 

Come funziona

Al momento in cui si decide di sciogliere definitivamente il matrimonio il tribunale potrà stabilire il versamento di una somma che dovrà essere erogata all’altro coniuge. 

Il metodo di somministrazione di tale somma dovrà da te essere scelta tra: 

  • una tantum, in questo caso la somma verrà versata per intero all’altro coniuge e quest’ultimo non potrà più pretendere niente nei tuoi confronti; 
  • Periodicamente (soluzione più diffusa), in tal caso dovrai versare all’altro coniuge un assegno mensile per contribuire al mantenimento di sé e dei vostri figli. 

Se nel corso del tempo dovessero cambiare però le tue o le sue condizioni economiche, potrai sempre fare ricorso al Tribunale, chiedendo la modifica o l’eventuale sospensione dell’assegno divorzile. 

Assegno divorzile: quando spetta e quando non spetta

L’assegno divorzile con la norma sopra citata del ’97 stabiliva che spettava al coniuge una somma pari da renderle lo stesso tenore di vita che aveva durante il matrimonio. 

Questa norma è stata però modificata di recente. 

Infatti, con la sentenza n. 11/2015 la Corte Costituzionale ha stabilito che mantenere al coniuge lo stesso tenore di vita di cui fruiva durante il matrimonio non poteva essere il solo presupposto per determinare l’assegno divorzile. 

All’art. 5, comma 6, della  legge 898/1997, sono indicati altri elementi da prendere in considerazione, quali:

  • i motivi che vi hanno condotto al divorzio; 
  • le condizioni e il reddito di entrambi; 
  • la durata del vostro matrimonio; 
  • e valutare di come personalmente avete partecipato alla creazione del patrimonio familiare; 

Dunque non sarà più solo il tenore di vita precedente del tuo coniuge a stabilire la somma, ma esso determinerà solo l’importo massimo dell’assegno divorzile (Cassazione Civile, sentenza n. 2546/2014, sentenza n. 24252/2013, n. sentenza 23797/2013, sentenza n. 15611/2007 e sentenza n. 18241/2006).

Mentre tutti gli altri elementi elencati potranno contribuire a diminuire l’importo se non perfino azzerarlo. 

Ora invece ti elencherò i casi in cui l’assegno divorzile non è dovuto. 

Tra questi:

  • Se il coniuge a cui stai versando l’assegno si risposa, mentre se sei tu a risposarti dovrai continuare ad erogarlo; 
  • Nel caso in cui la situazione del tuo ex coniuge muta in meglio, ad esempio trova un lavoro che gli garantisca un certo tenore di vita;
  • Se al tuo ex coniuge viene addebitata la separazione, ossia è stata per causa sua che il matrimonio è fallito. 

Come si calcola l’importo 

Come ho già accennato precedentemente l’assegno divorzile deve essere da te erogato nel caso in cui il tuo ex coniuge non dispone di congrue entrate per ragioni oggettive. 

Ciò significa che il Giudice dovrà verificare l’effettiva impossibilità dell’ex coniuge a sostentarsi.

Tenendo sempre presente i punti precedentemente da me elencati, il giudice si avvarrà di professionisti per valutare sia le circostanze che i redditi.

Tutto ciò per evitare un eventuale disparità economica, ossia evitare che il mantenimento del tuo ex coniuge non crei a te problemi economici gravi. 

Per il Giudice, come puoi ben comprendere, non è mai una decisione facile da prendere per questo motivo nella maggior parte dei casi stabilisce una somma provvisoria da erogare, così da avere il tempo a sufficienza per effettuare le verifiche. 

Al momento della sentenza finale, dopo aver verificato con precisione tutte le circostanze stabilirà la somma definitiva. 

L’assegno divorzile: come si calcola materialmente 

Non esiste una vera e propria tabella che stabilisce le somme esatte da versare, questo perché i criteri di valutazione sono astratti e possono cambiare notevolmente caso per caso. 

La Cassazione (ordinanza n. 11178 del 23 aprile 2019) dunque in questo caso non ha fissato dei parametri inderogabili, ma solo delle line guida che dovranno essere attuate materialmente dal giudice. 

Dunque a quest’ ultimo è lasciata ampia libertà di scelta. 

L’assegno una tantum – in un’unica soluzione 

A differenza della somma periodica che deve essere stabilita dal giudice, l’assegno una tantum deve invece essere stabilito da voi ex coniugi.

Vi dovrete trovare d’accordo sulla somma da versare, che sarà risolutiva e definitiva. 

Il pagamento che verserai in un’unica soluzione andrà a chiudere definitivamente il vincolo matrimoniale, il tuo ex coniuge una volta ricevuta la somma non potrà più pretendere altro.

Altra differenza con l’assegno periodico è che quest’ultimo può essere modificato nel corso del tempo, essendo una somma che dovrai versare per un lungo periodo, mentre il versamento una tantum non potrà più essere modificato.

Assegno divorzile: rinuncia 

Vediamo che c’è la possibilità che il tuo ex coniuge rinunci all’assegno divorzile.

Nel caso però si verifichi, in un secondo momento, uno stato di bisogno potrà sempre revocare la rinuncia e quindi pretenderlo di nuovo. 

Specifico che l’ex coniuge potrà rinunciare solo all’assegno per il proprio sostentamento, non sarà possibile per lui/lei rinunciare a quello per i figli.

La rinuncia va comunque comunicata al giudice che dovrà valutare l’effettiva autonomia economica, di contro la dovrà autorizzare e inserire nella sentenza di divorzio. 

Cosa succede in caso di mancato pagamento

Ci troviamo nel caso in cui non dovessi versare la somma dovuta per intero o ne dovessi versare meno di quanto spetta. 

In questi casi l’ex coniuge potrà agire non solo nei tuoi confronti per riavere la somma dovuta, ma anche nei confronti dei tuoi debitori.

Questo perché in caso di mancato pagamento da parte tua, il tuo ex coniuge avrà la possibilità di agire con il pignoramento dei beni che ti appartengono, di una parte dello stipendio o della pensione.  

In fine al momento della sentenza il tuo ex coniuge potrà anche chiedere al Giudice delle garanzie che potranno essere di natura reale o personale, nonché il sequestro dei beni. 

Spero che questo articolo ti sia stato di aiuto, ma ii ricordo che per qualsiasi approfondimento o consulenza, potrai sempre rivolgerti ai professionisti di ObittivoProfitto tramite il Modulo di richiesta che trovi in questa pagina.

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