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Tempo fa hai contratto un debito pensando di riuscire a ripagarlo ma ora, per svariati motivi, non riesci più a soddisfare il tuo creditore?
Un’idea che potrebbe esserti venuta è quella di alienare beni di valore di cui sei in possesso per evitare ai creditori di aggredirli. Puoi aver pensato ad una casa o ad altri beni di una certa importanza.
Purtroppo il creditore, dal canto suo, può sfruttare lo strumento che gli viene messo a disposizione dal diritto italiano e che prende il nome di azione revocatoria.
Questo accade perché, esattamente come te, anche lui ha dei diritti e vuole veder ripagato il credito che ti ha fatto.
Cos’è l’azione revocatoria? Quali sono i presupposti per la sua applicazione? E, domanda ancora più importante, come puoi difenderti contro questa scelta effettuata dal creditore?
Ora daremo una risposta a tutti questi interrogativi.
Cos’è l’azione revocatoria?
L’azione revocatoria è un rimedio previsto dal diritto italiano e che dà la possibilità al creditore di rendere inefficaci atti di disposizione posti in essere dal debitore e che vadano a ledere il diritto che scaturisce dal credito.
Grazie all’azione revocatoria il creditore può rendere inefficace sia una vendita che una donazione effettuata dal debitore con il proprio patrimonio.
Cosa accade nella pratica? Se tu debitore hai venduto o donato dei beni per evitare l’aggressione da parte di uno o più debitori, il creditore con l’azione revocatoria può rivolgersi ad un tribunale per revocarli.
In sostanza, i tuoi atti di disposizione diventerebbero nulli.
L’azione revocatoria si realizza, tuttavia, in presenza di determinati presupposti e se vuoi difenderti devi assolutamente conoscerti.
Le tipologie di azione revocatoria
Prima di proseguire con l’analisi dell’azione revocatoria e di come puoi difenderti, dobbiamo specificare da cosa ti devi difendere.
Diciamo questo perché esistono ben 3 tipologie diverse di azione revocatoria. Vediamole nello specifico:
- Ordinaria: questa azione revocatoria è regolata dagli artt. 2901 del codice civile e seguenti, ed è la classica applicazione che abbiamo visto di questo strumento, ossia il creditore si rivolge al giudice per rendere inefficaci gli atti di disposizione del patrimonio posti in essere dal suo debitore;
- Penale: questa azione, diversamente è regolata dagli artt. 192 del codice penale e seguenti e si applica nel caso in cui su un soggetto penda un debito derivato da un reato e questa azione viene esperita per annullare gli atti fraudolenti realizzati dal debitore;
- Fallimentare: l’ultima tipologia di azione revocatoria è quella fallimentare, regolata dagli artt. 64 e seguenti della Legge Fallimentare ed è mirata a ricostituire il patrimonio del soggetto fallito.
In questa sede ci concentriamo sull’azione revocatoria ordinaria, il caso più comune all’interno del quale potresti trovarti.
Prima di passare alla difesa, analizziamo i presupposti che la rendono valida.
Quali sono i presupposti dell’azione revocatoria ordinaria?
Non sempre il creditore può esperire l’azione revocatoria nel momento in cui un suo debitore pone in essere degli atti dispositivi del patrimonio.
Vediamo insieme quali elementi devono essere presenti affinché possa farlo:
- Esistenza del credito: ovviamente, se il credito non esiste, questa azione non può essere sfruttata. Quindi deve esserci una prova del credito come, ad esempio, un mutuo o una cambiale, oppure deve essere il giudice ad accertarlo;
- Atto dispositivo del debitore: il debitore deve avere in effetti posto in essere un’azione di vendita o di donazione dei propri beni nei confronti di un soggetto terzo;
- Intento di frodare il creditore: nel diritto questo presupposto prende il nome di scientia fraudis. Si tratta della consapevolezza del debitore di aver fatto tutto questo per arrecare un danno al creditore. Come abbiamo detto prima, se sai di avere bei beni di valore e li vendi o li doni prima che il creditore possa impossessarsene, l’hai fatto proprio per arrecargli danno;
- Conoscenza dolosa: un altro elemento che deve essere presente affinché il tuo creditore possa ricorrere all’azione revocatoria è il cosiddetto consilium fraudis. Devi sapere che gli atti dispositivi interessati non sono solamente quelli che puoi aver realizzato dopo il sorgere del credito, ma anche quelli che hai posto in essere in precedenza ma con la consapevolezza di arrecare un danno al creditore. La prova di questo elemento, a differenza delle altre, risulta un po’ complessa;
- Il pregiudizio: in gergo si parla di eventus damni, ossia il danno vero e proprio che il tuo atto di disposizione ha arrecato al creditore o ai creditori.
In quanti anni si prescrive l’azione?
A darci il termine di prescrizione dell’azione revocatoria ordinaria è l’art. 2903 del codice civile.
In poche righe ci informa che l’azione si prescrive in5 anni dalla data dell’atto di disposizione dei beni.
Questo è un primo elemento che devi tenere in considerazione se vuoi difenderti dall’azione revocatoria.
In realtà, l’azione può estinguersi non solo per prescrizione, ma anche per altre cause.
Per esempio, il creditore può aver rinunciato ponendo in essere atti che siano incompatibili con la volontà di proseguire nella ricerca del soddisfacimento per un debito non pagato. La prova di questa circostanza può essere più o meno semplice.
Ma ora vediamo nello specifico come puoi difenderti dall’azione revocatoria.
Come puoi difenderti?
Il primo elemento che devi verificare, e il più lampante, è se sono decorsi i 5 anni affinché si prescrivesse l’azione revocatoria.
Se dall’atto di disposizione dei beni dovessero essere già decorsi più di 5 anni, questa non sarebbe più utilizzabile dal creditore.
Un altro elemento necessario per il compimento dell’azione revocatoria è che nel tuo patrimonio, a causa degli atti che hai posto in essere, non ci siano più beni sufficienti per la soddisfazione del creditore.
Se vuoi difenderti puoi dimostrare che esistono altri beni sui quali lui può soddisfare la sua pretesa creditoria.
Passiamo ad esaminare il caso della vendita perché presenta un risvolto molto interessante. Uno degli oneri in capo al creditore è quello di dimostrare che il terzo acquirente fosse a conoscenza del debito.
Questa prova, come potrai capire, è difficile da trovare. Un elemento a tuo sfavore potrebbe essere una parentela con l’acquirente o il fatto che gli hai venduto il bene ad un prezzo molto inferiore rispetto a quello di mercato.
Detto ciò, se ti trovi in questa situazione e desideri ottenere una consulenza legale, puoi contattarci utilizzando il Modulo che trovi in questa pagina e raccontandoci la situazione. Ti aiuteremo nel miglior modo possibile.