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Nel nostro ordinamento giuridico, proteggere un’idea senza brevetto non è possibile.
Non solo: non è possibile ottenere un brevetto su una semplice idea o intuizione.
Ciò si verifica perché il brevetto viene concesso, ad esempio, sulla macchina, sulla fabbricazione, sull’oggetto di nuova invenzione e non sull’idea o intuizione di questi.
È possibile, però, offrire alla propria idea o intuizione dei margini di tutela.
In questa guida ti spiegherò cosa si può fare per evitare che la tua idea senza brevetto sia danneggiata.
Il diritto di brevetto
Come già saprai, la massima tutela giuridica dell’idea creativa si ottiene soltanto mediante la registrazione dell’invenzione.
Nel caso di invenzioni e modelli di utilità la registrazione dell’invenzione acquista il nome di brevettazione.
La brevettazione è accompagnata dal rilascio di apposito documento, il brevetto; essa rappresenta, allora, il presupposto del diritto di brevetto.
In mancanza di registrazione non si acquistano i relativi titoli di proprietà industriale e non si può disporre del diritto esclusivo di attuare l’invenzione.
Non solo: l’importanza della registrazione si evince dal fatto che i suoi effetti retroagiscono al momento della presentazione della domanda, fattore decisivo per la priorità dell’invenzione.
La domanda di brevetto o di registrazione deve essere depositata presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi (Ufficio del Ministero dello Sviluppo Economico).
Deve contenere una descrizione dettagliata dell’invenzione, dunque deve possedere la denominazione e i disegni necessari (artt. 51, 160, 167 del Codice della Proprietà Industriale).
L’Ufficio, tramite la c.d. ricerca di anteriorità, effettuata dall’Ufficio Europeo dei Brevetti, verifica i requisiti di validità.
Gli interessati possono proporre ricorso contro le decisioni di questo Ufficio all’apposita commissione dei ricorsi, come si legge all’art. 135 del Codice della Proprietà Industriale.
Il bollettino ufficiale di brevetti d’invenzione dà comunicazione della concessione del brevetto.
Il brevetto è nullo se manca ad esso il carattere della novità, dell’attività inventiva, dell’industrialità o liceità (vizi di sostanza).
È, altresì, nullo se la descrizione richiesta da allegare alla domanda manca di indicazioni fondamentali che consentano alla persona esperta di attuare l’invenzione (vizi di forma).
Tale azione di nullità è imprescrittibile e può essere esercitata anche dal pubblico ministero.
Bada bene: il brevetto nullo può produrre gli effetti di un diverso brevetto del quale contenga i requisiti di validità.
La sentenza che compie questo accertamento dispone la conversione del brevetto nullo.
Contenuto del diritto di brevetto
La facoltà esclusiva nell’attuazione dell’invenzione e il diritto di disporne si estende anche al commercio del prodotto.
Attenzione: tale facoltà si esaurisce una volta che sia stato messo in commercio dal titolare del brevetto o con il suo consenso nel territorio dello Stato o in quello di altro Stato membro della Comunità europea.
In ogni caso, il diritto di brevetto può essere esercitato nell’ambito privato per fini non commerciali o sperimentali.
Interessante è l’art. 2587 del Codice Civile (siamo nel Capo II, Titolo IX, Libro V del Codice Civile):
“Il brevetto per invenzione industriale, la cui attuazione implica quella d’invenzioni protette da precedenti brevetti per invenzioni industriali ancora in vigore, non pregiudica i diritti dei titolari di questi ultimi e non può essere attuato né utilizzato senza il consenso di essi”.
La licenza obbligatoria impedisce che la realizzazione di un’invenzione dipendente da altro brevetto sia preclusa.
Infatti, si prevede il diritto del titolare del brevetto dipendente di ottenere dal titolare del brevetto principale tale licenza, a una condizione.
L’invenzione dipendente deve costituire un importante progresso tecnico di considerevole rilevanza economica, a norma dell’art. 71 del Codice della Proprietà industriale.
Tale licenza è concessa solo se il richiedente non ha ottenuto dal titolare una licenza contrattuale ad eque condizioni.
Soggetti del diritto di brevetto
Titolare del diritto sull’invenzione è l’inventore e a esso compete il diritto di essere riconosciuto come autore dell’invenzione.
Ma se l’invenzione è fatta nell’esecuzione o nell’adempimento di un rapporto di lavoro, i diritti patrimoniali nascenti e la facoltà di chiedere la concessione del brevetto spettano al datore di lavoro.
Al prestatore di lavoro spetterà, invece, il diritto di essere riconosciuto autore dell’invenzione oltre un equo premio.
Il premio non è dovuto se il datore di lavoro ottiene il brevetto o utilizza l’invenzione in regime di segretezza industriale.
Trasferimento, estinzione, tutela del diritto di brevetto
I diritti patrimoniali nascenti dall’invenzione sono liberamente trasferibili e possono anche formare oggetto di esecuzione forzata.
Su di essi possono essere costituiti diritti reali di godimento o di garanzia e possono essere concessi in uso.
La tutela giuridica delle invenzioni è temporanea: periodo massimo di 20 anni per le invenzioni, fino a un periodo minimo di cinque anni per modelli e disegni.
Trascorso questo tempo, i diritti patrimoniali nascenti dall’invenzione si estinguono.
L’azione concessa al titolare del brevetto è l’azione di contraffazione che può essere fatta valere sia in sede civile che penale.
Le controversie in materia di proprietà industriale rientrano nella cognizione delle sezioni specializzate in materia di impresa.
Tale azione inibisce lo sfruttamento abusivo e consente di ottenere il risarcimento dei danni.
Se la sentenza accerta la contraffazione, può essere ordinata la distruzione degli strumenti con cui è stato violato il diritto di proprietà industriale.
La violazione dei diritti di proprietà industriale può comportare sanzioni amministrative e penali.
Proteggere la tua idea senza brevetto
Non sempre la procedura per conseguire un brevetto va a buon fine.
Oppure manca la disponibilità economica per procedere alla tutela brevettuale dell’idea.
Come puoi proteggere, allora, un’idea senza brevetto?
La risposta è questa: attraverso la stipula di un contratto di know how.
Contratto di know how
In sostanza, si tratta di un accordo di segretezza tra due parti, tra l’inventore dell’idea e chi la riceve.
Specifichiamo cosa s’intende per know how: è un patrimonio di conoscenze tecniche e pratiche, segrete e originali, che possano migliorare processi produttivi industriali, ma non brevettate.
Attraverso questo contratto puoi evitare che la tua idea senza brevetto sia danneggiata, ad esempio, da un’impresa.
Per una migliore definizione di tale contratto, consideriamo la massima di un’importante pronuncia della Corte di Cassazione (sentenza n.10420/2019):
“Il contratto cosiddetto di “know how”, che è un contratto sinallagmatico atipico, è pienamente valido nel nostro ordinamento giuridico a norma dell’art. 1322 c.c., consistendo nel trasferimento, nelle più diverse forme, delle conoscenze tecniche, da sole o in unione ad altre utilità, contro un determinato corrispettivo, ancorché le stesse non siano protette da brevetto”.
È dunque un contratto atipico sinallagmatico e le conoscenze cedute devono essere determinate.
Il patrimonio di conoscenze trasferito deve possedere i requisiti di segretezza e di novità.
In particolare, il vincolo della segretezza si estende anche a coloro che vengano a conoscenza di tali informazioni per le esigenza dell’impresa stessa.
La divulgazione del know how trova il proprio fondamento nell’art. 2598 del Codice Civile (atti di concorrenza sleale) e nell’art. 623 c.p. che punisce la rivelazione di segreti industriali.
Sulla forma di tale contratto si discute se sia a forma libera o scritta ad probationem.
Il contratto di know how può essere di due tipi: contratto di trasferimento di know how, contratto di licenza di know how.
Contratto di trasferimento e contratto di licenza
Il secondo, in particolare, prevede che il licenziante possa concedere al licenziatario il diritto di fabbricare, utilizzare e vendere i prodotti utilizzando il know how trasferito.
L’utilizzo del diritto di know how può essere ristretto a determinati settori o territori.
In merito, invece, al contratto di cessione o trasferimento di know how, quest’ultimo può essere combinato anche ad altri tipi di contratti, come quello di franchising.
A tal proposito, una recente sentenza della Corte di Cassazione (sentenza n. 11256/2018) ha affermato che il know-how non è un elemento essenziale del contratto di franchising.
Il contratto di cessione di know-how si differenzia dal contratto di cessione di brevetto.
Il primo tutela conoscenze segrete, il secondo ha ad oggetto conoscenze note che il cessionario può utilizzare in regime di privativa.
Nel contratto di cessione il compenso può consistere anche nel pagamento di una somma di denaro e ha di solito durata predeterminata, con l’obbligo per il cessionario di restituire al cedente il materiale documentario ricevuto.
Se le conoscenze trasmesse diventano di dominio pubblico perché il licenziatario le ha divulgate, questo risponde di inadempimento contrattuale, e deve pagare, a titolo di danno per lucro cessante, i corrispettivi dovuti fino alla scadenza del contratto.
Il contratto di know-how ha, dunque, dei costi più contenuti, ma col brevetto la tutela opererà nei confronti di tutti. Si parla, infatti, di tutela erga omnes.
In conclusione
Proteggere la tua idea senza brevetto è dunque possibile attraverso la stipula di un contratto di know how, ma solo la consulenza di un valido professionista potrà farti capire meglio quale sia la strada giusta da seguire.
Compila il Modulo in questa pagina, la tua idea sarà al sicuro!