Fondo rilancio per PMI e Start-up innovative: come funziona

Il fondo rilancio è uno degli strumenti più interessanti di sostegno alle imprese, introdotto in epoca covid. Avrai sicuramente sentito parlare dell’attivazione del c.d. “Fondo rilancio a sostegno di Start up e PMI”, quale iniziativa di supporto agli investitori danneggiati dalla pandemia da Covid-19.

Ma di che cosa si tratta? Chi sono i soggetti che ne possono beneficiare e qual è l’obiettivo di questa iniziativa?

Se sei interessato al mondo degli investimenti in Start up, PMI innovative e agli strumenti di Private Equity, ti invito a proseguire la lettura di questo articolo. Scopriremo quali novità sono state recentemente introdotte, grazie ai fondi stanziati dal MISE e chi sono i soggetti che ne potranno beneficiare.

Infatti, con decreto attuativo di cui all’art. 38 comma 3 del Decreto Legislativo Rilancio del 1.10.2020, il Ministro dello Sviluppo Economico ha assegnato delle risorse pari a 200 milioni di euro in favore dello sviluppo di Start-up e PMI Innovative.

Si tratta di risorse che verranno gestite da un fondo di investimento mobiliare alternativo, istituito da CDP Venture Capital SGR (o Fondo Nazionale Innovazione) e riservato ad investitori professionali.

Il fondo prende anche il nome di Fondo di sostegno al Venture Capital proprio perché nasce a sostegno di investimenti di capitale in PMI e Start up innovative; pur essendo inizialmente pensato per il sostegno agli investitori danneggiati dal periodo pandemico, è in realtà oggi previsto per un incentivo generalizzato agli investimenti tramite Venture Capital.

Vediamo insieme come funziona.

1. Differenze tra PMI e Start up innovative

Le startup innovative sono imprese di nuova costituzione che operano nell’ambito dell’innovazione tecnologica.

Nel 2012, il Decreto Legge n. 179/2012 ha previsto alcune misure a sostegno delle startup innovative per supportarle durante il loro ciclo di vita. Per potersi definire Startup innovativa è necessario avere un oggetto sociale ben definito che faccia riferimento alla realizzazione di prodotti o servizi innovativi. 

Mentre le PMI innovative rappresentano un nucleo di imprese che contribuiscono allo sviluppo innovativo del Paese e, costituiscono il secondo stadio evolutivo delle startup innovative.

Le imprese in possesso dei requisiti possono accedere allo status speciale tramite autocertificazione del legale rappresentante e godere delle agevolazioni dedicate registrandosi nella sezione speciale dedicata del Registro delle Imprese presso le Camere di Commercio sul territorio nazionale.

Le differenze

All’apparenza le due figure sembrano molto simili tra. Ciononostante possiamo individuare significative differenze.

STARTUP INNOVATIVEPMI INNOVATIVE
Impresa nuova o costituita da non più di 5 anniNon ci sono delimitazioni temporali, tuttavia deve aver effettuato la certificazione dell’ultimo bilancio e dell’eventuale bilancio consolidato
Società di capitali, costituita anche in forma cooperativaSocietà di capitali, costituita anche in forma cooperativa
Non quotataNon quotata
Residente in Italia o in Paese Ue ma con sede o filiale in ItaliaResidente in Italia o in Paese Ue ma con sede o filiale in Italia
Fatturato annuo inferiore a 5 milioniPer essere considerata PMI è necessario che sussistano i seguenti requisiti:
-Meno di 250 persone
-Fatturato annuo che non superi i € 50 milioni
-Bilancio che non superi i € 43 milioni.
Per essere considerata startup innovativa è necessario il rispetto di uno dei seguenti tre requisiti:
-Sostiene spese in R&S e innovazione pari ad almeno il 15% del maggiore valore tra fatturato e costo della produzione;
-Impiega personale altamente qualificato (almeno 1/3 dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori, oppure almeno 2/3 con laurea magistrale);
-Titolare, depositaria o licenziataria di almeno un brevetto o titolare di un software registrato.
E’ necessario il rispetto di almeno due dei seguenti requisiti:
volume di spesa in ricerca, sviluppo e innovazione: pari ad almeno il 3% del maggiore tra costi e valore della produzione
Impiego come dipendenti o collaboratori: una quota pari ad almeno un quinto della forza lavoro complessiva di dottorandi, dottori di ricerca, laureati, ricercatori o, in alternativa, una quota di almeno un terzo del personale in possesso di laurea magistrale
l’essere titolare, depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale attinente all’oggetto sociale e all’attività di impresa.
Divieto distribuzione utiliNon sussiste divieto di distribuzione utili

2. Il Fondo rilancio e la sua ratio

Il 19.11.2020 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo, firmato dal Ministero dello Sviluppo Economico, che stanzia e regolamenta l’utilizzo di 200 milioni di euro destinati al sostegno di investimenti in Venture Capital.

Si tratta di una decisione maturata per sostenere le attività di investimento colpite dal periodo pandemico, oltre che per generare e distribuire nuova ricchezza nell’intero Paese.

Infatti, gli investimenti attraverso strumenti di Equity e di Venture Capital rappresentano un importante potenziale di crescita economica. Questo soprattutto in considerazione della centralità ormai assunta dall’innovazione tecnologica all’interno dell’intero sistema economico.

Proprio per questo non è previsto unicamente come un meccanismo volto al recupero dei danni al sistema economico provocati dalla pandemia, ma è pensato come strumento di innovazione e sviluppo anche per il futuro. Uno strumento che consenta una crescita economica stabile, sostenibile e duratura.

Come accennato, si tratta di fondi gestiti dal Fondo Nazionale Innovazione; questo se ne occupa in maniera indipendente con l’attribuzione di prerogative economico-amministrative agli investitori, nel rispetto delle condizioni di mercato.

 Per una maggiore garanzia di indipendenza nella gestione dei fondi, è previsto che la SGR trasmetta al Ministero lo schema di regolamentazione e gestione del Fondo.

Questo ha una durata massima decennale a partire dalla chiusura del periodo di sottoscrizione; la scadenza è fissata al 31.12 successivo al compimento del decimo anno.

3. I beneficiari del Fondo rilancio: requisiti

Ma come si stabiliscono i beneficiari di queste risorse? Quali sono le PMI e le Start up che potranno godere del Fondo rilancio?

Anzitutto si tratta di fondi destinati a Start up e PMI innovative già impegnate in investimenti (o che li chiuderanno al massimo entro 6 mesi dall’entrata in vigore del DL Rilancio).

In secondo luogo, è necessario essere in possesso di determinati requisiti per poter essere presi in considerazione quali beneficiari del Fondo di Sostegno al Venture Capital. Infatti, è necessario avere:

  • sede legale in Italia con svolgimento concreto di attività di sviluppo nel territorio italiano;
  • concrete e oggettive potenzialità di sviluppo, da valutarsi in base ad indicatori predeterminati come: 1) crescita dei ricavi o degli utilizzatori dei servizi nei 12 mesi antecedenti l’investimento del Fondo; 2) brevetti depositati con potenzialità di sfruttamento industriale e in fase di ricerca e sviluppo; 3) l’esistenza di un sostenibile e già approvato piano industriale triennale; 4) firma di contratti o partnership strategiche;
  • assenza di procedimenti di accertamento ancora aperti;
  • adeguati livelli valutativi nella gestione del rischio in conformità alle norme antiriciclaggio e di prevenzione di finanziamento del terrorismo.

Ma come funziona l’assegnazione dei fondi? Viene garantito a chiunque abbia questi requisiti o esistono delle specifiche procedure?

Vediamolo insieme.

4. Come presentare domanda

Le startup/PMI innovative non possono fare application direttamente: dovranno essere investitori qualificati o regolamentati ad occuparsi di candidare la società per il finanziamento.

Per prima cosa, l’investitore dovrà effettuare la registrazione e l’accreditamento all’apposita piattaforma dedicata al Fondo Rilancio Startup.

Una volta completato l’accreditamento, sarà possibile inviare la candidatura dalla piattaforma dedicata. Sulla pagina ufficiale del Fondo è possibile scaricare l’elenco della documentazione richiesta e i form di autocertificazione, che variano a seconda del tipo di investitore.

4.1. Documenti di cui hai bisogno

Alla domanda che dovrà essere effettuata nel modo indicato in precedenza dovranno essere allegati i seguenti documenti:

  • S.P.A., i documenti necessari per ciascuna società target sono:
  • Visura della società target;
  • Visura di tutti i co-investitori che partecipano al round di investimento;
  • Statuto della società target;
  • Patti parasociali della società target;
  • Ultimi due bilanci d’esercizio, ovvero bilanci consolidati ove presenti;
  • Business Plan;
  • Report di Due Diligence che includa Due Diligence di business, Due Diligence legale, Due
  • Diligence finanziaria, Due Diligence fiscale;
  • CV dei founders;
  • Investor pitch della società target;
  • Autodichiarazione “Dichiarazione del co-investitore su società target” presente nella cartella che deve contenente il presente documento

4.2. Dovrai dimostrare i requisiti

Allegati, a scelta dell’investitore, a dimostrazione di quanto indicato nell’autodichiarazione in merito a:

  • Indicatori quantitativi e/o qualitativi a supporto delle concrete potenzialità di sviluppo
    barrate nell’autodichiarazione
  • Assenza di procedimenti di accertamento in corso non ancora rimediati. Documenti
    obbligatori (rilasciati negli ultimi 6 mesi rispetto alla data di presentazione della candidatura):
  • DURC
  • Estratto di ruolo Agenzia delle Entrate riscossione
  • Certificato carichi pendenti Agenzia delle Entrate
  • Solo se barrato nell’autodichiarazione – Conclusione con esito positivo, da parte dell’impresa, del procedimento istruttorio di Smart&Start, a seguito di regolare presentazione di un’istanza per l’ammissione al percepimento delle agevolazioni di cui al decreto del MiSE del 24 settembre 2014, così come modificato dal decreto del MiSE del 30 agosto 2019;
  • Solo se barrato nell’autodichiarazione – Riduzione dei ricavi realizzati nel corso del primo semestre dell’anno 2020 di almeno il 30% rispetto ai ricavi ottenuti nel primo semestre o nel secondo semestre dell’anno 2019.

5. Gli investimenti del Fondo rilancio

Trattandosi di una misura inizialmente pensata per il recupero dei danni causati dalla pandemia, nell’assegnazione di questi fondi, per i primi 6 mesi, avranno una linea preferenziale due ordini di imprese:

  • quelle già beneficiarie del sistema di Smart&Start;
  • le Start up e PMI innovative che hanno subito una riduzione dei ricavi di almeno il 30% nel primo semestre del 2020 rispetto a quelli del primo semestre o nel secondo del 2019. La riduzione dei ricavi è da dimostrarsi tramite una situazione contabile approvata dal competente organo amministrativo.

Trascorsi i primi 6 mesi in cui si agevoleranno queste realtà, si proseguirà all’assegnazione delle risorse secondo uno schema ben preciso.

Saranno gli investitori a dover segnalare al Fondo le PMI Innovative e Start up ricche di potenzialità. Dal 7.01.2021 sarà operativo il portale attraverso cui gli investitori saranno in grado di segnalare le PMI innovative o le Start up in cui hanno investito o stanno per investire.

Una volta ricevuta la segnalazione e verificati i requisiti, il Fondo procederà all’investimento nei limiti consentiti dalla legge.

Nello specifico il Fondo potrà erogare importi nel limite massimo complessivo di 1 milione per ogni PMI o Start up; ogni erogazione potrà essere al massimo 4 volte superiore al valore di un investitore privato.

Gli investimenti iniziali avverranno tramite finanziamenti convertendo (prestiti che offrono a garanzia la propria quota azionaria); mentre quelli successivi avverranno come ordinari investimenti di equity.

Al termine del periodo di investimento dovrà risultare investito almeno il 70% del Fondo in imprese portafoglio in cui abbiano co-investito investitori qualificati; il 30% in imprese in cui abbiano co-investito investitori regolamentati.

6. Vantaggi

Si tratta di uno strumento che consentirà non solo il recupero di quanto perso a causa della situazione pandemica, ma che permetterà all’economia italiana di mettersi al pari con altri Paesi che ricorrono alle international practices.

Infatti, si tratta di uno strumento che solo per i primi sei mesi comporta una via preferenziale alle PMI e Start up colpite dalla pandemia; essendo in realtà un meccanismo che vuole incentivare il ricorso ad investimenti in Venture Capital per la generazione e distribuzione di nuova ricchezza.

Si prevede una forte attrattiva anche di investitori internazionali, soprattutto per la semplicità del suo funzionamento. Infatti, si tratta di una piattaforma facilmente accessibile a tutti gli investitori professionali che possono quindi consigliare (e consultare) imprese target in cui investire.

Per la prima volta si è previsto un sistema di incentivo agli investimenti in Venture Capital non disallineato dalle strategie di investimento utilizzate negli altri Paesi. Si tratta di un meccanismo semplice e facilmente accessibile.

7. Oltre il fondo rilancio: gli altri incentivi

Oltre al fondo rilancio sono molti gli incentivi previsti a favore delle startup innovative.

A tal proposito ricordiamo il c.d. Smart money, incentivo promosso dal Ministero dell’economia e delle finanze. Esso viene gestito da Invitalia, proprio per questo è di facile accesso grazie soprattutto all’attività di consulenza che viene effettuata dai collaboratori dell’impresa.

Il fondo smart money è uno strumento di sostegno alle nuove imprese, permette di finanziare le Startup innovative. Anche in questo si tratta di contributi a fondo perduto per l’acquisto di servizi forniti dalla rete di incubatori, acceleratori e altri enti abilitati.

L’incentivo consiste in un contributo a fondo perduto per un importo massimo di 10.000 euro che può coprire fino all’80% delle spese ammissibili. Possono beneficiarne, tuttavia, solo alcune imprese che svolgano specifiche attività:

  • Abbiano una soluzione innovativa da proporre sul mercato, con un modello di business scalabile, da sviluppare nei dettagli operativi in una fase successiva
  • Valore delle competenze tecnologiche e manageriali all’interno dell’impresa, attraverso i soci e/o il team proposto, o con professionalità da reperire sul mercato
  • siano nella fase di individuazione del mercato o siano vicini alla fase di test di mercato, con lo sviluppo di un prototipo (Minimum Viable Product) o con la prima sperimentazione del prodotto o servizio per misurare il gradimento dei potenziali clienti e/o investitori.

Incentivi fiscali

Tra gli strumenti si sostegno alle piccole imprese, oltre al fondo rilancio o ad altri contributi a fondo perduto, è possibile ottenere degli incentivi fiscali. Il Ministero dello Sviluppo economico ha previsto una detrazione IRPEF del 50% per gli investimenti nel capitale di rischio di startup innovative e di PMI innovative.

Tale strumento è stato introdotto dallo stesso Decreto rilancio ed è disponibile dal 1° marzo 2021.

La nuova misura del MiSE prevede un limite massimo di investimento detraibile:

  • Per investimenti nel capitale di startup innovative fino a 100mila euro, per ciascun periodo di imposta, un ammontare di detrazione non superiore a 50mila euro.
  • Per investimenti nel capitale di PMI innovative fino a 300mila euro, per ciascun periodo di imposta, un ammontare di detrazione non superiore a 150mila euro.

La misura è soggetta a gestione di Invitali.

Anche coloro che investono nelle startup innovative possono beneficiare di alcuni incentivi fiscali. Il Governo con il Decreto Sostegni-bis (D.L. n. 73/21) ha previsto un incentivo per le persone fisiche che investono in PMI e Startup innovative. La normativa ha infatti stabilito che i soggetti in questione non siano soggette ad imposizione le plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni al capitale di imprese startup innovative 

8. Conclusioni

La necessità di prevedere aiuti e sostegni economici ai soggetti fortemente colpiti dalla pandemia ha portato anche alla previsione e introduzione di meccanismi di incentivo agli investimenti.

Come spesso accade in questi settori, non sempre è facile comprendere il funzionamento dei meccanismi di incentivo o i requisiti che è necessario avere.

Anche in questo caso, per esempio, è necessario avere bilanci e documentazioni approvate da appositi organi amministrativi, oltre che adeguati livelli di gestione del rischio.

Per poter essere segnalati da investitori professionali come PMI o Start up potenzialmente beneficiarie del Fondo è necessario prima verificare se si è in possesso di tutti i requisiti.

Per questo è utile rivolgersi ad un professionista che sappia comprendere sin da subito se la tua PMI abbia o meno la possibilità di beneficiare del Fondo rilancio.

Per ricevere assistenza su come sfruttare al massimo i vantaggi del Fondo Rilancio, puoi contattare i Professionisti di ObiettivoProfitto.it compilando l’apposito Modulo che trovi in questa pagina.

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