Grandi patrimoni: come si proteggono?

Gli uomini più ricchi del mondo quali segreti hanno per proteggere i loro grandi patrimoni? Per nessuno è facile dare vita ad un sostanzioso patrimonio, costituito da un insieme diversificato di beni.

Già riuscire a raggiungere questo traguardo è una vittoria personale. Ma dopo? Lì arriva il bello. Il patrimonio non va solamente creato, ma deve essere anche protetto da tutti i fattori esterni che potrebbero vanificare il duro lavoro di una vita.

Quindi, in definitiva, sono necessarie sia delle abilità per riuscire a creare grandi patrimoni, ma servono anche altrettante abilità per riuscire a mantenerlo integro negli anni.

 Sarà, dunque, necessario procedere alla gestione su misura delle esigenze che un patrimonio di notevole portata può comportare.

Tale operazione, non sempre è di semplice esecuzione. Ogni patrimonio ha specifiche esigenze. Proprio per tale ragione che sono nate nuove figure professionali che si occupano di organizzare e tutelare il patrimonio, in base alle aspettative di ogni specifico cliente.

È un tipo di consulenza che combina quella finanziaria con quella degli investimenti, servizi di contabilità, pianificazione del pensionamento, pianificazione legale, fiscale e immobiliare e approfondisce l’attività di risk management per conto del cliente.

La figura in questione, detto Wealth manager, è ormai divenuta la carta vincente di chi riesce, con fortuna e talento, ad accumulare grandi patrimoni.

Quali sono i segreti degli uomini più ricchi del mondo? Vediamone qualcuno insieme.

Laddove fossi interessato, ti invitiamo nella prosecuzione della lettura. Con il presente articolo intendiamo offrirti una completa illustrazione dei miglio metodo per tutelare il tuo patrimonio, individuando vantaggi e strategie a cui potrai accedere.

1. La consulenza del Wealth manager

Il Wealth management, quindi, è un servizio di consulenza professionale che incorpora diverse attività di gestione patrimoniale: 

  • pianificazione finanziaria;
  • gestione degli investimenti ;
  • una serie di servizi finanziari correlati;
  • strumento legali di gestione e organizzazione del patrimonio.  

Il Wealth manager, dunque, è un consulente che si occupa principalmente della gestione di grandi patrimoni. Tale professionista si occupa di risolvere questioni e prendere decisioni soprattutto in ambiti caratterizzati da una forte specializzazione .

Proprio per tale ragione che il consulente deve essere in possesso di conoscenze tecniche notevoli, acquisite mediante percorsi altamente formativi.

il Wealth management si differenzia, poi, dal Private Banking. Questa attività presuppone l’erogazione di una serie di servizi bancari e finanziari forniti a clienti privati di alto profilo e dotati di grandi patrimoni.

Tuttavia, a differenza del Wealth management, il private banking si connota per un elevato grado di standardizzazione. Mentre il primo, all’opposto, si caratterizza proprio per la necessità di adeguarsi alle esigenze di personalizzazione rispetto alle esigenze del cliente.

Profili e strumenti finanziari

L’attività di gestione di grandi patrimonio, posta in essere dal Wealth manager, si sostanzia in una forma di gestione del proprio risparmio. Il servizio che riceviamo dal consulente può essere di due tipi: 

  • la consulenza, ossia la fase di pianificazione in cui un consulente, valutata la situazione finanziaria del cliente, gli consiglia gli strumenti finanziari corrispondenti alle sue esigenze specifiche;
  •  la gestione, ossia l’attività di acquisto titoli sui mercati finanziari per conto del cliente.

Gli strumenti per la gestione finanziaria e la pianificazione, invero, sono molteplici.

Ricordiamo ad esempio i c.d. prodotti assicurativi complessi, che sono contratti che il soggetto interessato stipula con una compagnia assicurativa al fine di garantire un premio in denaro ad un altro soggetto, chiamato beneficiario.

Tra i molteplici strumenti a disposizione del consulente vi sono anche una serie di contratti che possono essere conclusi al fine di ottenerne un ritorno economico, più o meno certo.

A questa categoria appartengono i c.d. contratti “futures. Mediante i negozi in questione possono esser acquistati strumenti finanziari su:

  • tassi di interesse;
  • valute;
  • merci;
  • relativi indici.

I contratti di futures non sono gli unici strumenti finanziari a disposizione dei consulenti per i grandi patrimoni.

Piuttosto comune è anche la prassi di ricorrere ad altri contratti derivati, tra cui ricordiamo a titolo esemplificativo gli swaps. In tale ipotesi le parti si obbligano a eseguire reciprocamente dei pagamenti il cui ammontare e determinato sulla base di parametri di riferimento diversi. 

2. Proteggere il conto corrente con il Fondo Interbancario

Tantissimi italiani custodiscono il loro denaro sui conti corrente conti deposito. Ma quali sono gli effetti se la banca dovesse fallire?

Fortunatamente, esiste il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, un consorzio che è stato istituito fra le banche nel 1987 e che è riconosciuto dalla Banca d’Italia.

Si tratta di un fondo a cui le banche si appellano per far fronte ad una temporanea insolvenza e per cercare di ripagare tutti i risparmiatori che hanno affidato il proprio denaro alla banca stessa.

Ma quanto copre il fondo? Per conti correnti, conti deposito e buoni fruttiferi arriva a coprire fino a 100.000 euro, che raddoppia nel caso di conti cointestati.

E se la perdita dei soldi non dipende dalla banca? Puoi decidere di accendere una polizza assicurativa aggiuntiva da abbinare al tuo conto corrente al fine di proteggerlo e di far fronte a tutta una serie di eventi negativi che potrebbero verificarsi, generati o no dalla banca stessa.

Di solito, quando si stipulano questo genere di assicurazioni, è possibile scegliere la durata, l’importo minimo da assicurare e quanti indennizzi può coprire.

3.1. Proteggere grandi patrimoni con un’assicurazione personale

Dato che siamo in tema di assicurazioni, parliamo di una seconda strategia a cui ti puoi appellare per la salvaguardia di grandi patrimoni.

Ci stiamo riferendo alla polizza vita.

La polizza vita rientra all’interno degli strumenti di pianificazione finanziaria. Vi ricorre chi vuole stabilire dei beneficiari del proprio patrimonio nel caso in cui a lui dovesse succedere qualcosa.

Questo strumento ti fornisce un discreto controllo sul tuo patrimonio perché puoi evitare che finisca nelle mani sbagliate.

Sono tantissime le tipologie di assicurazione che puoi attivare, così come i vantaggi che ne derivano.

Ne elenchiamo qualcuno?

  • Il patrimonio non è sottoposto ad azione esecutiva
  • È esente da imposta di successione
  • È modificabile e revocabile
  • I premi sono detraibili
  • La tassazione è agevolata

3.2. Assicurazione linked

Le polizze assicurative linked sono caratterizzate dal fatto che c’è un collegamento tra quello che l’assicurazione pagherà e il valore di certe grandezze finanziaria. In genere, l’entità dell’indennizzo è collegato all’evoluzione:

  • valore di una quota di un fondo investimento;
  • il valore di un indice ed borse;
  • un indice, index linked;
  • all’unità, unit linked.

L’indennizzo assicurativo non dipende dal premio assicurativo pagato. Le somme versate all’impresa assicuratrice sono da questa investiti in titoli in fondi.

A seconda dell’andamento dell’investimento, viene versato un diverso indennizzo, dunque c’è un rischio finanziario oltre che demografico.

L’assicurato, nella tradizionale assicurazione, non assume il rischio finanziario. Il contratto sarà più o meno conveniente a seconda dell’età di sopravvivenza a seconda che la sopravvivenza sia superiore o maggiore rispetto a quella media, c.d rischio demografico.

4. Il Trust per la pianificazione, gestione e protezione del patrimonio

Un altro strumento di gestione patrimoniale molto efficace è il Trust. Si tratta di un istituto creato appositamente nel momento in cui un soggetto desidera tutelare i propri beni da attacchi esterni o da persone incompetenti.

Il funzionamento del trust è abbastanza semplice. Colui che lo costituisce, detto anche Settlor, stabilisce quali beni far rientrare nel fondo del trust. Dopodiché, nomina uno o più Trustees, i quali si dovranno occupare della gestione del patrimonio per far godere dei frutti i beneficiari.

Esistono diverse forme di trust che lasciano più o meno libertà nella gestione del patrimonio affidato al trustee.

Ma ciò che conta è il meccanismo. Ossia la possibilità di stabilire quale parte del patrimonio tutelare e in favore di chi.

beneficiari possono essere delle persone singolarmente identificate oppure delle categorie come nel caso di enti benefici.

Il trust è un istituto che necessita della forma scritta, viene creato a titolo gratuito e con effetti reali, ossia che sancisce il trasferimento di diritti reali in capo a determinati soggetti.

Inoltre, l’aspetto positivo del trust è che può riguardare beni molto diversi tra loro. Possono essere protetti tramite questo istituto beni mobili, mobili registrati, immobili, denaro e partecipazioni societarie.

Infine, il patrimonio oggetto del trust è ulteriormente protetto dal fatto che va a costituire un patrimonio distinto rispetto a quello della società. In questo modo, anche se dovessero esserci eventuali creditori del trustee, questi non potrebbero aggredire il fondo del trust.

Tipologie di trust

 Le tipologie di trust sono molte e differenti, sebbene lo schema utilizzato è sempre il medesimo. In genere, piuttosto comune è l’ipotesi in cui i beni possono essere dati in gestione per far ottenere dei vantaggi economici ad un terzo soggetto, il beneficiario. Ciò, invero, non avviene in tutte le ipotesi in cui si ricorre all’istituto del trust..

Una delle forme più note di trust è il trust di scopo, quando il negozio venga istituito per raggiungere un fine ben preciso. Ivi non essendoci un soggetto beneficiario, il settlor può ricoprire anche questo ruolo e lasciare la gestione dei beni al trustee per poterne trarre personalmente vantaggio.

Piuttosto frequente, è anche il trust autodichiarato. In questa situazione il settlor non prende più il posto del beneficiario, bensì diventa esso stesso il trustee.

In questo modo può gestire una parte dei suoi beni separatamente per poterli finalizzare ad uno scopo ben preciso.

Il trust è divenuto di ampia diffusione soprattutto nelle procedure di liquidazione delle imprese. L’istituto può, infatti, essere utilizzato come alternativa o supporto alle procedure concorsuali. A tal proposito si parla di trust liquidatorio.

5. Affidare grandi patrimoni ad una società fiduciaria

Da non confondere con il trust è la società fiduciaria. Questa società svolge la stessa funzione del trust, ossia quella di protezione del patrimonio, ma lavora in modo diverso rispetto all’istituto che abbiamo appena visto.

Qual è la prima funzione della società fiduciaria? Sicuramente quello della gestione di beni mobili o immobili e del patrimonio che il fiduciante decide di affidarle. Durante questa gestione, è bene sottolineare che la titolarità dei beni non passa in capo alla società, ma è il fiduciante a rimanerne titolare. 

Il procedimento è molto simile, la società si obbliga alla gestione di beni per conto di un soggetto terzo. Oltre alla gestione dei beni può dedicarsi anche all’amministrazione delle attività patrimoniali e finanziarie del soggetto che affida il proprio patrimonio, se questo è di suo interesse.

Anche in questo caso, esattamente come nel trust, l’insieme di beni lasciati alla società dal fiduciante costituisce un patrimonio separato, non aggredibile da eventuali creditori della società stessa.

Ma la grande caratteristica che contraddistingue la società fiduciaria è il fatto che si basa sul segreto fiduciario. In base a questo, l’identità del fiduciante rimane celata all’esterno.

Questo è più vero a livello internazionale che non all’interno dell’Unione Europea dove la normativa è più rigida nei confronti delle società fiduciarie. Tuttavia, rimane un ottimo modo per proteggere i grandi patrimoni da agenti esterni che potrebbero dilapidarli.

5.1. Segreto fiduciario

Il più grande vantaggio dell’affidarsi ad una società fiduciaria è proprio il segreto fiduciario. Infatti, nel caso di un controllo dei registri pubblici della società, il tuo nome come proprietario dei beni non appare. Questo è l’aspetto per cui tanti soggetti che decidono di mantenere l’anonimato ricorrono alla società fiduciaria.

Queste ricerche potrebbero essere effettuate dalle autorità oppure dai creditori del fiduciante che desiderano rivalersi sul suo patrimonio per un debito non saldato. 

5.2. Tipologie di società fiduciarie

Le società fiduciarie si distinguono in due tipologie:

  • Società fiduciaria statica: si occupa della gestione dei beni e del patrimonio, oltre che della contabilità del fiduciante;
  • Società fiduciaria dinamica: provvede alla gestione dei beni che gli sono stati affidati dal fiduciante. Inoltre si occupa anche di reinvestirli secondo quanto disposto dal fiduciante stesso e, in questo caso, il rischio dell’investimento rimane a capo del cliente e non della società.

6. Atti di destinazione

L’art. 2645 ter c.c. stabilisce che il vincolo di destinazione può essere utilizzato quando si desidera destinare determinati beni “alla realizzazione di interessi meritevoli di tutela”. 

La norma, in questione, ha introdotto un fondamentale strumento per la tutela del patrimonio. Mettendo in crisi il concetto di integrità e universalità della responsabilità patrimoniale generica, attraverso questo istituto si possono realizzare masse patrimoniali distinte e finalizzate ad uno scopo. I beni, che confluiscono in suddetti patrimoni destinati, sono sottratti all’aggressione dei creditori generici.

La scelta di ricorrere ad un atto di destinazione è proprio l’effetto di segregazione patrimoniale.

Tale aspetto acquista particolare rilievo, soprattutto per quanto attiene il rapporto con i creditori. Tramite gli atti di destinazione, come accade nel caso del trust, si costituisce una forma peculiare garanzia, in quanto questi beni costituiscono un patrimonio vincolato allo scopo dedotto nel negozio.

L’unico limite che viene attribuito all’atto di destinazione è che è utilizzabile solo per il perseguimento di “interessi meritevoli di tutela”.

Una parte della dottrina interpreta tale requisito in maniera molto restrittiva, per essere giustificato deve perseguire un fine di “utilità sociale”. 

Altra parte della dottrina invece ha una visione molto più ampia, infatti per rientrare nel requisito della meritevolezza è sufficiente che lo scopo perseguito sia lecito. 

Invero, un atto di destinazione, secondo l’orientamento più accreditato, deve essere volto comunque a curare un interesse, quindi assumendo natura di tipo assistenziale. L’elemento dello scopo giustifica le particolari caratteristiche della norma.

Deroga ai principi fondamentali

La norma di cui all’art. 2645 ter c.c. introduce deroghe a principi fondamentali dell’ordinamento. Proprio per tale ragione che il legislatore ha introdotto il limite della “meritevolezza” dello scopo perseguito.

In primo luogo con l’atto di destinazione si sottrae una parte di patrimonio alla garanzia generica dei creditori.

In virtù dell’art. 2645 ter c.c. il debitore risponde con tutto il suo patrimonio presente e futuro.

Proprio per tutelare ulteriormente la classe di creditori che il legislatore di recente ha introdotto l’art. 2929 bis c.c., che consente alla parte lesa di eseguire un pignoramento dei beni oggetto di destinazione, per poi accertare successivamente, e solo eventualmente, i requisiti dell’azione revocatori.

Altro deroga che introduce il 2645 ter c.c. attiene al principio di tipicità dei diritti reali. Infatti, esso genera una forma di proprietà anomala, in quanto finalizzata al perseguimento di uno scopo specifico.

Per tali ragioni, dunque, il legislatore ha ritenuto opportuno limitare il ricorso a predetto strumento.

7. Consulenza e assistenza legale per il tuo caso

È strabiliante scoprire quante persone che possiedono grandi patrimoni siano più impegnate ad accrescerli che non a proteggerli.

Quindi, l’ultimo consiglio che ti diamo su come gestire al meglio il tuo patrimonio è quello di concentrarti sulla buona e ponderata gestione dello stesso. Evita sprechi, investi con giudizio e predisponi tutto affinché possa essere tramandato nelle mani delle persone giuste.

Come avrai notato, la disciplina prevista in relazione alla protezione dei grandi patrimonio è decisamente complessa poiché occorre valutare molti elementi.

Proprio per questo motivo, al fine di proteggere e difendere al meglio il tuo Patrimonio, ti consiglio di completare il Modulo di contatto che trovi in questa pagina.

Un Professionista di ObiettivoProfitto.it saprà aiutarti nel migliore dei modi.

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