Pianificare il Patrimonio Personale

I migliori consigli su come pianificare il tuo patrimonio personale per ottimizzarne il rendimento economico (Private Wealth Planning).

La pianificazione del patrimonio individuale presuppone una ferrea organizzazione e la consapevolezza dei rischi a cui esso è esposto.

Nella giungla del mercato economico e degli scambi, anche quotidiani, il cittadino sembra, non di rado, sprovvisto degli adeguati strumenti di tutela del patrimonio. Eppure, soprattutto nell’ultimo decennio, l’esigenza di proteggere i propri risparmi è divenuta sempre più sentita, anche alla luce delle minacce crescenti e delle insidie che si nascondono dietro l’angolo.

Proprio per questa ragione che ti invitiamo a consolidare il tuo patrimonio e a provare a metterlo “in cassaforte”. Ma sta attento, con ciò non intendiamo che dovrai necessariamente immobilizzare i tuoi beni, mobili o immobili che siano. Una delle migliori forme di pianificazione e tutela presuppongono il concorso tra risparmio e investimento.

La crescita del patrimonio consente di offrire i mezzi di sostentamento necessari, oltre che a garantire l’accesso a opportunità di crescita professionale e personale.

Un tempo, quando le famiglie erano in grado di mettere da parte una piccola somma ogni mese. Sopratutto negli anni d’oro dell’economia italiana, era più semplice creare un fondo che potesse essere utilizzato in futuro per il proprio figlio.

In considerazione anche del rischio crescente di essere esposti a peculiari eventi lesivi, come la crisi di impresa, improvvisa precarietà lavorativa, ma anche inaspettati eventi di natura familiare o personale, si è sviluppata la tendenza a ricercare idonee strumenti cautelativi.

Gli eventi, succitati, sono solo alcuni dei possibili fattori di rischio che dovrai valutare attentamente. Il tuo patrimonio può essere facilmente esposto all’aggressione dei creditori e al progressivo depauperamento, in danno della tua famiglia e delle tue prospettive di crescita personale.

Sei, allora, chiamato a pianificare, cioè a programmare uno schema o un progetto di organizzazione del tuo patrimonio, per porlo al riparo da ogni pregiudizio. Proprio per tale ragione, nel presente contenuto, vogliamo offrirti importanti suggerimenti, che potrai approfondire negli articoli presenti nella relativa categoria.

1. Pianificazione: risparmio e finanziamenti

Una prima strategia vincente nella pianificazione del tuo patrimonio è quella di trovare il giusto equilibrio tra risparmio ed investimento. Non sempre, infatti, la strategia migliore è quella di conservare i propri risparmi, ma, talvolta, è quella di riporli in attività che possono anche fruttarti. In tal modo, non solo potrai accantonare una parte del patrimonio in vista del futuro, ma ti consentirà di ottenere un piccolo guadagno.

La strategia di risparmio, quindi, deve essere impostato secondo lo schema “difesa-attacco”. Da un lato dovrai parare i possibili contraccolpi economici della vita economica o anche familiare, da altro guardare al futuro, a possibili progetti e scenari da cui trarre profitto.

In primo luogo sei tenuto a valutare i rischi e, soprattutto, individuare i beni che sono maggiormente esposti. Un primo esempio di questione legale che può interessare la casa è il pignoramento a seguito di un debito non pagato. Ma questo è solo un esempio. Esistono tante altre situazioni come, ad esempio, un incidente che avviene nella tua proprietà privata seguito da una citazione in giudizio.

Ovviamente, come potrai immaginare, gli immobili sono i beni nel mirino dei creditori. Se beni fungibili, come il denaro, sono soggetti a spostamenti repentini e “volatilizzazione”, la casa di famiglia offre più certezze, per chi ha necessità di ristorare i propri credito. La gestione deve essere necessariamente supportata da un piano, da uno schema o un progetto.

Dopo questo primo esame, vediamo, allora, come potrai pianificare la tua strategia di risparmio e investimento.

1.1. Risparmiare

Risparmiare denaro significa mettere da parte una somma giorno dopo giorno. Spesso si risparmia con un obiettivo ben preciso: pagare una vacanza, la ristrutturazione della casa o l’automobile. Tanti altri, invece, risparmiano per il futuro, nel caso in cui la famiglia si allarghi oppure si debba far fronte a spese impreviste.

Esistono tantissimi metodi per risparmiare, dalle app per smartphone, alla banca, fino alla posta.

La fase di risparmio è sicuramente preliminare all’investimento. Se non accumuli risorse non potrai neanche progettare degli interventi futuri. Quindi, un buon investimento a monte presuppone un certo periodo di risparmio. Invero la scelta tra risparmiare e investire è spesso condizionata da molteplici fattori.

Nella fasi che potremmo definire “non patologiche” dell’economia, risparmiare in genere è il presupposto per un futuro acquisto, l’apertura di un’attività economica, quelli che potremmo chiamare piccole speranze per il futuro.

Nella fase, invece, “patologica” dell’economia, come la crisi del 2008, o le più recenti emergenze sanitarie, ti impongono un regime di “austerità” anche in quella che è l’economia della tua casa. Risparmiare allora diviene un momento nevralgico attraverso il quale sarà possibile superare le fasi più critiche della tua vita personale, per tornare a guardare al futuro con ottimismo.

I metodi di risparmio sono molteplici, come poc’anzi accennato. Non solo puoi ricorrere a forme di accantonamento del patrimonio, ma adottare alcuni specifici accorgimenti.

Gli strumenti di risparmio principali sono:

  •  Libretti di risparmio postale sono emessi dalla Cassa depositi e prestiti S.p.A.;
  • Buoni sono molto vantaggiosi, soprattutto in favore dei figli, in quanto gli interessi maturano fino al compimento della maggiore età con un rendimento fisso. In caso di necessità è sempre possibile richiedere il rimborso del capitale;

Il buono fruttifero è un prodotto di investimento finanziario emesso dalla Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. È un titolo che costituisce un investimento sicuro per tutti gli italiani proprio perché viene garantito dallo Stato Italiano. Per tale ragione che costituisce un ottimo strumento di risparmio, che mette al riparo i tuoi beni da eventi incerti futuri.

Per agevolare la pianificazione del tuo patrimonio ti invitiamo alla lettura dei seguenti articoli, dove troverai numerosi altri consigli:

1.2. Investire

Come poc’anzi anticipato, risparmiare, talvolta, non significa solo accantonare somme e beni del tuo patrimonio, ma passare al contrattacco. Pianificare per il futuro comporta anche cercare di far fruttare il più possibile e in modo sicuro i tuoi risparmi. Soprattutto per gli obiettivi di lunga durata, purtroppo, una strategia in difesa potrebbe non risultare vincente.

Tuttavia, l’instabilità dell’investimento potrebbe scoraggiare le masse. Per fortuna sono nati tantissimi metodi di investimento, più o meno rischiosi, che danno la possibilità di scegliere tra un ventaglio di opzioni davvero ampio, dai fondi d’investimento agli ETF, per non parlare dei conti correnti e dei libretti di risparmio, dei piani di investimento e dei fondi pensione.

Vediamo alcuni dei suddetti strumenti di investimento richiamati:

  • fondi d’investimento: sono degli strumenti attraverso i quali è possibile investire i propri risparmi, i quali vengono gestiti da società specializzate in questa attività. Si possono distinguere in due diverse tipologie di fondi d’investimento. Da un lato abbiamo i fondi attivi, la società di gestione si occupa di rivedere costantemente il piano di azione per far fruttare gli investimenti fatti dai propri risparmiatori. Dall’altro i fondi passivi, chiamati anche ETF, caratterizzati dal fatto che il gestore acquista dei titoli di un settore e semplifica notevolmente la sua attività;
  • piani di investimento:  forma di investimento che indirizza le somme verso imprese italiane ed è molto interessante per i risparmiatori perché è esente da tasse. Tuttavia, vi si può accedere solo ove rispettati due requisiti. Il primo è che deve avere una durata minima di di 5 anni , il secondo invece è che non deve superare i 30.000 euro;
  • conti correnti: potrai eventualmente versare parte delle tue somme in conti correnti che possono anche offrirti un piccolo margine di guadagno.

Per agevolare la pianificazione del tuo patrimonio ti invitiamo alla lettura dei seguenti articoli, dove troverai numerosi altri consigli:

2. Pianificazione: tutela della famiglia

La tutela del tuo patrimonio è uno strumento essenziale anche per garantire le esigenze della tua famiglia e progettare investimenti futuri per i tuoi figli, oltre che a conservare il tuoi averi dalle aggressioni che potrebbero ridurlo drasticamente, lasciando la tua famiglia sprovvista dei beni essenziali per il suo sostentamento.

Sei chiamato allora a vagliare possibili scenari come la crisi di impresa, che ha colpito molti piccoli imprenditori a seguito delle chiusure imposte della misure sanitarie. Non è allora improbabile che si palesi un’improvvisa precarietà lavorativa. A ciò si aggiungono anche gli inaspettati eventi di natura familiare o personale, a causa dei quali si è sviluppata la tendenza a ricercare idonee strumenti cautelativi.

I rischi a cui è esposto il tuo patrimonio familiare, come poc’anzi accennavamo, sono davvero molteplici. La realtà quotidiana è piena di insidie.

Proprio per questo che dovrai poter valutare cosa ti si prospetta in futuro e cercare di pianificare e programmare i passi necessari a metter al sicuro i tuoi beni. A tal proposito ci sembra, allora, preliminarmente opportuno andare ad individuare quali sono i principali rischi a cui sei esposto.

Oltre a quelli a cui normalmente è esposta la tua professione, ci sono anche i c.d. rischi prettamente personali, attinenti alle ripercussioni sul patrimonio di alcuni eventi della vita quotidiana. Pensiamo a tal proposito alle implicazioni economiche di separazione e divorzio, nonché la morte inaspettata del coniuge o parente prossimo.

Proprio per tali motivazioni che ti invitiamo ad anticipare i possibili esiti negativi e adottare strategie preventive.

2.1. Polizze assicurative

Tra i principali strumenti a tua disposizione per tutelare te stesso e la tua famiglia, vi sono le c.d. polizze assicurative.

Queste ultime  vengono stipulate mediante un contratto, il quale rientra nella particolare categoria di contratti aleatori. Con tale espressione si richiamano gli atti negoziali connotati, oltre che dalla necessaria alea economica, anche da un’alea giuridica. Con ciò si intende la circostanza per la quale una delle prestazioni è ancorata al verificarsi di un evento incerto e futuro.

L’esempio più consueto di polizza assicurativa è l‘assicurazione sulla vita, disciplinata all’art. 1882 c.c.. Ivi è introdotta una figura contrattuale con cui l’assicuratore si obbliga a pagare un capitale o una rendita, al verificarsi di un evento attinente la vita umana. Il carattere aleatorio si identifica nel c.d. rischio demografico, ossia un evento come la morte o una malattia, di cui non si conosce il momento esatto della sua realizzazione. Il contratto verrà stipulato tra il soggetto interessato e compagnia assicurativa al fine di garantire un premio in denaro ad un altro soggetto, chiamato beneficiario.

La polizza ha l’evidente scopo di preservare somme di denaro per il futuro, grazie anche al prodursi di un effetto segregativo dei beni. Questi, infatti, non solo vengono sottratti alla materiale disponibilità del titolare, ma non potranno neanche essere oggetto di aggressione da parte dei creditori.

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2.2. Vincolo di destinazione

La tutela del patrimonio separato, come accennato anche nel precedente paragrafo, si realizza mediante strumenti che producono il c.d effetto segregativo, ossia la separazione di parte del patrimonio, in modo tale che non possa essere aggredito dai creditori generici. Questa effetto, che trae le sue origine in istituti risalenti nel tempo, come ad esempio il fondo patrimoniale, ha trovato recente consacrazione tramite un intervento del legislatore, il quale ha introdotto i c.d. atti di destinazione di cui art. 2645 ter c.c..

La norma afferma che:“Gli atti in forma pubblica con cui beni immobili o beni mobili iscritti in pubblici registri sono destinati, per un periodo non superiore a novanta anni o per la durata della vita della persona fisica beneficiaria, alla realizzazione di interessi meritevoli di tutela (…) possono essere trascritti al fine di rendere opponibile ai terzi il vincolo di destinazione”

L’art. 2645 ter c.c. ti offre un importante strumento di organizzazione flessibile dei tuoi beni. Consente di costituire un vincolo, individuando determinati beni del patrimonio personale, in modo che tu possa destinarli al fine per cui l’atto è stato realizzato, come in questo caso l’assistenza del parente disabile.

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2.3. Trust

Una particolare tipologia di vincolo di destinazione, ad avviso della dottrina più accreditato, è il trust. Questo è un rapporto, in genere trilatero, in virtù del quale un soggetto, denominato disponente o settlor, dispone di una certa quantità di beni che vuole tutelare. Questi beni, detti anche fondo in trust, vengono assoggettati sotto il controllo di un secondo individuo, che prende il nome di gestore o trustee, per farli gestire ed amministrare da lui nei confronti di un terzo soggetto beneficiario, il beneficiario beneficiary.

Invero, il trust potrebbe anche non avere un beneficiario. A tale categoria appartiene il trust di scopo, dove i beni sono conferiti per perseguire una determinata finalità, seguendo le indicazioni espressamente previste nell’atto costitutivo

Similmente al vincolo di destinazione, i beni confluiti al trust sono sottratti all’aggressione da parte di alcune categorie di creditori.

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2.4. Fondo patrimoniale

fondo patrimoniale è il principale strumento, impiegato dalle famiglie, per garantire la tutela del patrimonio e per assolvere specifici scopi, connessi alle esigenze della vita quotidiana. Anche questo istituto, come i precedenti, si fonda sullo stesso principio, ossia creare una segregazione patrimoniali, in deroga al principio di cui all’art. 2740 c.c., in modo tale che il patrimonio non possa essere aggredito, se non da specifici creditori il cui diritto è sorto in dipendenza del vincolo.

È un istituto che è stato introdotto nel 1975 con la riforma del diritto di famiglia, cambiando la disciplina precedente. Oggi è regolamentato dall’art. 167 c.c.. Il fondo patrimoniale è un patrimonio destinato ad uno scopo ben definito, quello di far fronte ai bisogni della famiglia.

Il fondo può essere costituito al momento del matrimonio dai due coniugi, o anche per testamento da parte di un soggetto terzo in favore dei coniugi stessi.

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2.5. Consulenza

Come avrai potuto constare la gestione del patrimonio personale, anche al fine di tutelare la tua famiglia da eventuali aggressioni da parte di soggetti terzi, non è sempre un’operazione facile da realizzare. Proprio per questa ragione che potrebbe essere utile ricorrere alla consulenza di un esperto del settore.

Il consulente patrimoniale permette di risolvere questioni e prendere decisioni soprattutto in ambiti caratterizzati da una forte specializzazione e che implicano conoscenze tecniche notevoli. La sua principale funzione, dunque, è quello di conoscere ogni dettaglio relativo al tuo nucleo familiare, alla pianificazione dei tuoi risparmi. Il consulente si occupa della gestione delle tue entrate e delle tue uscite, alla pianificazione previdenziale, alla tutela della tua persona e della tua famiglia

Tuttavia, potrebbe esserti necessario ricorrere ad una mano più esperta, soprattutto laddove venga in evidenza un contenzioso, che presuppone l’assistenza di un avvocato, esperto in specifiche materie. Ad esempio, proprio in tema di tutela del patrimonio potresti dover ricorrere ad un avvocato patrimonialista, mentre conflitti in altri settori, quale quello delle successioni, potrebbe richiedere altre competenze.

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3. Pianificazione: atti tra vivi e a causa di morte

La pianificazione del tuo patrimonio, inevitabilmente, passa attraverso la conclusione di negozi. La vita quotidiana, infatti, presuppone la costituzione di rapporti giuridici che servono proprio a pianificare il futuro e tutelare il patrimonio. Gli stessi istituti citati nei paragrafi precedenti sono negozi.

Questi, invero, possono essere distinti in due macro categorie. Alla prima appartengono i contratti tra vivi, ossia atti che non trovano la propria causa, e quindi sono immediatamente efficaci, nella morte dello stipulante. Al contrario alla seconda categoria appartengono i negozi che trovano la loro ragione di giustificazione nella necessità di gestire il proprio patrimonio per il momento in cui non si sarà più in vita.

Vediamo cosa c’è da sapere sul punto.

3.1. Vendita

Forse l’atto tra vivi per eccellenza è proprio il contratto di compravendita. Questo è essenziale a programmare il proprio futuro. Arriverà, infatti, il momento in cui vorrai mettere su famiglia, o deciderai di andare a vivere da solo. In questa fase della tua vita dovrai allora procedere a stipulare un contratto di compravendita di immobili. Al contrario potresti trovarti nella posizione opposta, avere la necessità di alienare un immobile, proprio per carenza di liquidità.

Il contratto in questione, che si connota per essere la forma negoziale tipica a cui in genere si fa riferimento per strutturare qualsiasi tipologia di scambio, risulta facilmente plasmabile in considerazione delle tue esigenze. Soprattutto ove tu intenda tutelare il tuo patrimonio da scelte sbagliate potresti ricorrere a due figure peculiari:

  • vendita con prelazione: è un ordinario contratto di compravendita con cui le parti si accordano a riservare il diritto di prelazione ad una di esse o anche in favore di un terzo. Questo impone all’acquirente limitazioni al proprio diritto di proprietà piuttosto rilevanti, tant’è che ci si chiede anche se il patto di riscatto possa porre in discussione il principio di tipicità dei diritti reali. Infatti, l’alienante in questo caso conserva il diritto di prelazione, ossia ad essere preferito in caso di successiva alienazione da parte dell’acquirente;
  • vendita con patto di riscatto: ha la struttura del negozio base, con la previsione di un’ulteriore pattuizione con cui l’alienante si riserva il diritto di riacquistare il bene. Le due fattispecie, invero, sono molto simili, sebbene in questo caso, a differenza del precedente, non si tratta di un mero diritto ad essere preferiti, ma il vincolo è più stringente.

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3.2. Atti a causa di morte

Gli atti a causa di morte si inseriscono nella disciplina delle successioni. Questi hanno lo scopo di consentire la pianificazione del tuo patrimonio per un momento futuro, in cui non sarai più in vita. Ad oggi, il nostro ordinamento tollera solo il testamento con predetta funzione.

Si parla di successione testamentaria, quando il defunto ha adottato un atto, detto appunto testamento, con cui dispone il trasferimento dei propri rapporti, a seguito della sua morte.

Qualsiasi altro atto con natura contrattuale, cade nel divieto di patti successori, salvo alcune eccezioni, come il patto di famiglia, che, invero, è considerato un atto tra vivi immediatamente efficace, per tale ragione non vietato.

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