Come uscire dai debiti?

Come poter uscire dai debiti è sicuramente una delle domande più frequenti per chi affronta quotidianamente spese maggiori delle entrate.

Un piano di gestione delle proprie finanze non è un’attività elementare, tanto in ambito imprenditoriale quanto in quello personale.

Basti pensare a due ipotetici scenari, di seguito riportati, per rendersi conto di quanto sia complesso gestire il proprio flusso di entrate e uscite.

Immaginiamo infatti il caso di un imprenditore che decide di investire in nuovi macchinari e successivamente si ritrova in carenza di liquidità per il mancato pagamento di diverse fatture.

Oppure l’ipotesi di un lavoratore dipendente che decide di acquistare una casa con un mutuo e, dopo qualche anno, l’azienda per la quale lavora è costretta a chiudere.

Queste e molte altre possono essere le ragioni per le quali ti trovi qui, motivo per cui, nei prossimi paragrafi andremo a vedere alcuni rimedi da poter prendere in considerazione per uscire dai debiti.

Premessa: gestione oculata del proprio patrimonio. Requisito necessario per iniziare.

Prima di vedere alcuni istituti che il nostro ordinamento ha previsto per far fronte a un improvviso indebitamento, dobbiamo spendere due parole sulla gestione finanziaria del proprio patrimonio e della propria liquidità.

Al riguardo, una delle ragioni per cui le spese possono superare le entrate è riconducibile alla contrazione di diversi finanziamenti.

Questi se da un lato ci aiutano nel reperire quelle somme di denaro richieste, dall’altro lato, proprio per la loro natura, delineano una spesa maggiore dell’entrata.

Ciò che agevola il ricorso ai prodotti finanziari erogati dei diversi istituti di credito è sicuramente la rateizzazione con i quali poterli rimborsare.

Tali rimborsi entreranno così a far parte di quelle spese fisse mensili che andremo a sostenere, fino al termine dell’ultima rata.

Se per ora non abbiamo detto nulla che già non si sa, ciò che dobbiamo tenere bene a mente, però, sono tutte le altre spese accessorie che, quotidianamente, intaccano il patrimonio, a cui potrebbero sempre affiancarsi spese straordinarie, tali da minare l’organizzazione finanziaria personale.

Ed è in tal contesto che si pone il primo requisito essenziale, ossia l’oculata gestione del patrimonio.

Cosa fare?

La prima cosa da fare, in tali casi, è prendere in considerazione sia le tipologie di finanziamenti stipulati, sia la loro naturale scadenza e gli annessi tassi di interesse.

Delineato ciò, conviene concentrare le proprie risorse nell’estinguere i finanziamenti più piccoli, affinché si riducano le spese fisse e, successivamente, concentrarsi su quei finanziamenti che presentano fin dall’inizio un tasso di interesse maggiore.

In altri termini è necessario pianificare un rientro dai diversi finanziamenti con un particolare occhio di riguardo a quelli dagli elevati interessi.

Il tutto cercando di non contrarre ulteriori debiti “fai da te”, come il caso di un ricorso costante alla carta di credito per fronteggiare le spese quotidiane. Una prassi che spesso genera solo nuovi debiti, tra l’altro con uno strumento finanziario il più delle volte dai tassi di interesse non indifferenti.

Ciò posto, non sempre è possibile riorganizzare autonomamente la propria gestione finanziaria.

Per tale motivo, al fine di uscire dai debiti, l’ordinamento ha predisposto diversi istituti, con i quali affrontare una crisi da sovraindebitamento o rifinanziarsi con maggior stabilita, tramite cui poter riprendere il punto della propria situazione economica.

1. Il prestito cambializzato. Una soluzione per uscire dai debiti

Un primo rimedio su cui soffermarci è il ricorso al prestito cambializzato.

Nel caso non ne avessi mai sentito parlare, si tratta di un finanziamento non finalizzato per il quale, come per i prestiti personali, in linea di principio, non c’è bisogno di specificare i motivi per cui viene richiesto.

Ciò ovviamente non significa che l’istituto di credito interessato non vada a verificare la solvibilità del richiedente, ma allo stesso tempo, presenta delle peculiarità che lo rendono più agevole per uscire dai debiti contratti.

Caratteristiche

Si tratta di una tipologia di finanziamento che prevede, generalmente, la concessione di un importo massimo di circa 50mila euro e un rimborso mensile, per un periodo massimo di dieci anni, mediante l’utilizzo di cambiali.

Queste presentano le seguenti caratteristiche:

  • va imposto un bollo;
  • obbligano al pagamento;
  • devono essere interamente compilate e sottoscritte;
  • è necessario indicare la banca di appoggio;
  • sono oggetto di tasso d’interesse fisso e rateizzazione costante.

Ciò che rende più agevole l’accesso a tale formula di finanziamento è rappresentato dalla cambiale stessa.

Al riguardo, infatti, un prestito cambializzato è caratterizzato dalla presenza di cambiali sottoscritte che rappresentano un vero e proprio titolo di credito il quale, in caso di inadempimento, può permettere al creditore di rientrare più velocemente e facilmente delle somme elargite, tramite un pignoramento dei beni del debitore.

Proprio per la sua natura e particolarità, il prestito cambializzato può essere erogato da banche, società finanziarie e addirittura da privati.

Il motivo per cui accedere a tale istituto di credito potrebbe permettere di uscire dai debiti è da ricondursi al concetto di “oculata gestione” su indicato.

Il suo scopo, infatti, dovrà essere quello di estinguere i precedenti debiti contratti, andando a riorganizzarsi con un unico canone mensile (quindi unica spesa fissa), dal tasso di interesse ben definito e dalla cadenza ordinaria. Cosa che difficilmente potrebbe verificarsi in caso di più finanziamenti, ognuno con propria cadenza e propri interessi.

Chi può richiedere un prestito cambializzato?

Come qualsiasi altra tipologia di finanziamento, anche il prestito cambializzato può essere erogato previo accertamento di solvibilità del richiedente.

Detto ciò, è possibile distinguere due potenziali figure di richiedenti, quelli in salute e quelli in difficoltà.

Il richiedente in salute

Per quanto attiene ai richiedenti in salute, intendiamo quei soggetti che presentano una propria situazione economico-finanziaria ordinaria, idonea a garantire un rispetto di tutti i requisiti previsti per l’accesso agli istituti di credito.

In altri termini, si tratta di quelle persone che possono, con molta probabilità, accedere anche ad altre forme di prestito, in quanto possono fornire le dovute garanzie di solvibilità. A titolo esemplificativo, possiamo immaginare il lavoratore dipendente, con contratto a tempo indeterminato, che ha un solo finanziamento in corso, rimborsato regolarmente e in scadenza.

Come può uscire dai debiti il richiedente in difficoltà

La seconda potenziale figura, invece, ci interessa maggiormente, in quanto è rappresentata dai richiedenti in difficoltà, ossia coloro che non offrono solidità nell’adempimento del rimborso del credito. Vi appartengono, ad esempio, coloro che non presentano un lavoro stabile o che hanno avuto diverse segnalazioni negative alla Centrale dei Rischi.

Per chi verte in questa seconda posizione, indubbiamente, può trovare nel prestito cambializzato lo strumento per ottenere il finanziamento richiesto.

Ovviamente qualsiasi istituto creditizio avrà bisogno di garanzie, nell’eventualità di un mancato rimborso dell’importo concesso, ma sicuramente, rispetto ad altre tipologie di finanziamento, è quello che può interessarci maggiormente.

2. Come uscire dai debiti con la garanzia del fideiussore

Oltre all’ipotesi della cambiale, una seconda alternativa, per chi ha necessità di uscire dai debiti o riorganizzarli, è sicuramente data dalla fideiussione.

La fideiussione è spesso la soluzione più semplice per ottenere un prestito, proprio per la sua natura e per il coinvolgimento di un soggetto terzo chiamato a ricoprire il ruolo di garante.

Tale forma di finanziamento, infatti, vede coinvolgere il fideiussore, il quale, per l’intero periodo di rimborso, è tenuto a garantire con il proprio patrimonio una copertura dell’importo richiesto ove il debitore non dovesse assolvere alla propria obbligazione.

Ciò significa che nel caso di una posizione debitoria compromessa, l’istituto di credito al quale si richiede un nuovo finanziamento, potrebbe concederlo previo la presenza di una terza persona idonea a fare da garante con la quale stipulare il rapporto.

Al riguardo, infatti, la fideiussione appare la soluzione più agile per ottenere un prestito personale in caso di eccessivo indebitamento.

Fermo restando i rischi in capo al fideiussore. Tra i quali vi rientra, a titolo esemplificativo, l’eventuale segnalazione di “cattivo pagatore” ove il debitore risultasse inadempiente e questi, in qualità di coobbligato e responsabile in solido, non dovesse intervenire in garanzia. 

Tutti possono fare da garante?

Come dice il termine stesso, il fideiussore è chiamato a garantire l’adempimento dell’obbligazione contratta dal debitore ove quest’ultimo non riuscisse.

Per questo motivo è necessario fornire all’istituto di credito tutti quegli elementi idonei a dimostrare tanto la propria capacità patrimoniale quanto la propria affidabilità.

In altri termini, il fideiussore deve essere prima di tutto solvibile e deve essere altresì titolare di un reddito dimostrabile, con il quale potersi in qualsiasi momento sostituire al debitore. In secondo luogo, deve essere affidabile, ossia deve presentare uno storico che non presenti segnalazioni negative alla Centrale dei Rischi o problematiche di inadempienza nei rimborsi di prestiti personali.

3. Uscire dai debiti con il sovraindebitamento

Un ultimo rimedio con il quale è possibile uscire dai debiti è sicuramente il sovraindebitamento, oggetto di revisione con il nuovo Codice della Crisi d’Impresa.

Nato per evitare il fallimento, a partire dalla Legge n. 3 del 2012, è un rimedio con il quale potersi liberare dai debiti riducendone l’ammontare complessivo tramite ricorso in via giudiziale.

Cos’è il sovraindebitamento? A cosa serve?

Quando parliamo di sovraindebitamento ci riferiamo a un particolare stato di crisi e di insolvenza nella quale può trovarsi tanto l’imprenditore quanto il consumatore, nonché ogni altro debitore non assoggettabile alla liquidazione coatta.

Una delle sue principali caratteristiche ruota sicuramente intorno alla condizione oggettiva di necessario sovraindebitamento.

Per poter accedere a tale istituto, infatti, devono essersi contratti diversi debiti a cui non riuscire a far fronte. Situazione non tanto diversa da quella da noi esaminata.

L’istituto del sovraindebitamento prevedere diverse procedure (di seguito riportate) tramite le quali poter uscire dai debiti, grazie all’esdebitazione presso il Tribunale.

Quali procedure posso adottare?

Come pocanzi accennato, l’istituto del sovraindebitamento prevede diverse procedure con le quali poterci liberare da scomode posizioni debitorie.

Queste possono suddividersi in tre differenti rimedi:

  • il piano di ristrutturazione dei debiti (tramite cui possiamo proporre ai creditori un piano di ristrutturazione dei debiti, indicando tempi e modalità per il superamento della crisi);
  • il concordato minore (definibile come un concordato preventivo semplificato, è una procedura di composizione concordata della crisi);
  • la liquidazione controllata del debitore (rispetto alle prime due procedure, questa si dedica tanto all’imprenditore quanto al consumatore e prevede il pagamento del debito per mezzo della liquidazione del patrimonio).

Tali procedure, dunque, possono essere prese in considerazione per uscire dai debiti contratti, tramite un iter che permette, contestualmente, di evitare il fallimento. 

In conclusione, dunque, per uscire dai debiti è possibile ricorrere a particolari istituti di credito (come il prestito cambializzato) o al sovraindebitamento, purché si rispetti un’oculata gestione finanziaria.

Detto ciò, chiariti tutti gli aspetti in questione, ti consiglio di approfondire tutti gli aspetti di cui hai appena letto insieme ad un professionista, con il quale puoi avere un contato senza impegno attraverso il Modulo che trovi in questa pagina. Saremo felici di aiutarti nella valutazione dal caso di specie.

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