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Il wealth management è un servizio professionale di gestione del patrimonio. Esso è destinato ad un tipo di clientela interessata alla organizzazione profittevole dei propri beni.
Tale attività si sostanzia nella gestione su misura delle esigenze dello specifico cliente. È un tipo di consulenza che combina quella finanziaria con quella degli investimenti, servizi di contabilità, pianificazione del pensionamento, pianificazione legale, fiscale e immobiliare e approfondisce l’attività di risk management per conto del cliente.
Il Wealth Management, quindi, è una forma di consulenza per la gestione del patrimonio. Si declina secondo molteplici forme a seconda delle esigenze specifiche che vengono in rilievo.
Fatta questa dovuta premessa, ti starai chiedendo perchè ricorrere a questo strumento. La risposta a questo interrogativo è, invero, molto semplice. Si accede alla consulenza del Wealth Management per la stessa ragione per cui ci si rivolge ad un medico.
Tale strumento, infatti, consente di risolvere questioni e prendere decisioni soprattutto in ambiti caratterizzati da una forte specializzazione e che implicano conoscenze tecniche notevoli. Predisporre un piano di gestione dei risparmi potrebbe, in alcuni contesti, essere essenziale per la sopravvivenza di un’impressa o, più semplicemente, per tutelare il patrimonio familiare e personale.
Laddove fossi interessato, ti invitiamo nella prosecuzione della lettura. Con il presente articolo intendiamo offrirti una completa illustrazione del Wealth management, individuando vantaggi e strategie a cui potrai accedere.
1. Cos’è il Wealth management?
Sicuramente ti starai chiedendo che cos’è il Wealth management. Nell’introduzione abbiamo cercato di individuare il contesto di riferimento e darti una prima definizione. Tentiamo ora di addentrarci nell’analisi di questa forma di consulenza e gestione del patrimonio.
Il Wealth management è l’insieme dei prodotti e servizi dedicati alla gestione del risparmio e delle ricchezze della famiglia in senso lato.
Nel nostro Paese, l’industria del Wealth management mostra un’evidente crescita positiva, soprattutto grazie ai servizi di Private Banking offerto dalle banche. Questo rappresenta un insieme di servizi finanziari e consulenziali privati, che si rivolgono, in genere, a titolari di grandi patrimoni.
Tuttavia, il Wealth management si differenzia dal Private Banking, in quanto quest’ultimo si connota per un elevato grado di standardizzazione. Mentre il primo, all’opposto, si caratterizza proprio per la necessità di adeguarsi alle esigenze di personalizzazione rispetto alle esigenze del cliente. Nonostante ciò, tra le due figure esistono rilevanti punti di contatto.
Il Wealth management, quindi, è un servizio di consulenza professionale che incorpora diverse attività di gestione patrimoniale:
- pianificazione finanziaria;
- gestione degli investimenti ;
- una serie di servizi finanziari correlati;
- strumento legali di gestione e organizzazione del patrimonio.
1.1. I clienti del Wealth manager
Chi si rivolge al Wealth manager? Probabilmente se stai leggendo l’articolo sei intenzionato a ricorrere a strumenti di gestione del patrimonio, che appunto prendono le caratteristiche proprie del Wealth management.
I servizi in questione, invero, non sono adeguati ad ogni tipologia di patrimonio, proprio per questo che è opportuno che tu sappia se tale sistema di gestione fa per te.
Come suddetto, quindi il Wealth management non hanno come target ogni tipo di fascia patrimoniale, esso è principalmente rivolto ai c.d. High Net Worth Individuals. Gli Hnwi sono le persone (individual) che possiedono un alto (high) patrimonio netto (net worth).
In genere, si tratta tendenzialmente di chi ha investito almento 1 milione di dollari o più in asset, senza considerare nel suo patrimonio la residenza principale, beni da collezione, i beni di consumo e quelli durevoli.
Il cliente tipico del wealth manager è l’imprenditore, per via della complessità delle sue esigenze personali e aziendali, oltre che per la peculiare composizione del suo patrimonio. Infatti, quest’ultimo è normalmente vincolato dalle dinamiche aziendali e dalla forte componente di investimenti immobiliari ed, in parte, agli asset finanziari, i quali posso particolarmente influenzare l’andamento degli affari e provocare fluttuazioni nelle entrate e nelle uscite di capitale.
1.2. Wealth Managament: profili e strumenti finanziari
Il wealth management è un servizio di consulenza professionale che sostanziarsi in molteplici attività di gestione patrimoniale:
- pianificazione finanziaria;
- gestione degli investimenti;
- una serie di servizi finanziari correlati.
Quando ci si affida a dei professionisti per la gestione del proprio risparmio, il servizio che riceviamo può essere di due tipi:
- la consulenza, ossia la fase di pianificazione in cui un consulente, valutata la situazione finanziaria del cliente, gli consiglia gli strumenti finanziari corrispondenti alle sue esigenze specifiche;
- la gestione, ossia l’attività di acquisto titoli sui mercati finanziari per conto del cliente.
1.3.1. Strumenti finanziari
Gli strumenti per la gestione finanziaria e la pianificazione, invero, sono molteplici.
Ricordiamo ad esempio i c.d. prodotti assicurativi complessi. Con ciò si fa riferimento a prodotti che espongono i clienti a rischi maggiori. È il caso dei prodotti di investimento assicurativi quali le polizze a contenuto finanziario appartenenti ai rami vita I, III, V di cui al Codice delle Assicurazioni Private. A questa categoria appartengo le c.d. polizze multiramo.
Per questa categoria, l’art. 68-duodecies del Regolamento Ivass, ripreso dall’art. 135-quater del Regolamento Intermediari della Consob, prevede l’obbligo di fornire da parte degli intermediari abilitati consulenza alla clientela sui prodotti assicurativi di investimento. Non rientrano in tale onere i prodotti “non complessi”.
Tuttavia, gli strumenti finanziari a disposizione dei clienti del wealth manager sono molteplici. Molti di questi sono previsti rientrano:
- azioni e altri titoli rappresentativi di capitale di rischio negoziabili sul mercato dei capitali;
- obbligazioni, titoli di Stato e altri titoli di debito negoziabili sul mercato dei capitali;
- quote di organismi di investimento collettivo;
- titoli normalmente negoziati sul mercato monetario;
- qualsiasi altro titolo normalmente negoziato, che permetta di acquisire gli strumenti indicati nelle precedenti lettere, e i relativi indici-
1.3.2. Contratti finanziari
Tra gli strumenti finanziari consigliabili dal consulente, vi sono anche una serie di contratti che possono essere conclusi al fine di ottenerne un ritorno economico, più o meno certo.
A questa categoria appartengono i c.d. contratti “futures”. Con ciò si intende far riferimento ad una tipologia di contratto derivato negoziato su mercati regolamentati mediante il quale acquirente e venditore si impegnano a scambiarsi una determinata quantità di una certa attività finanziaria o reale a un prezzo prefissato e con liquidazione differita a una data futura prestabilita. Tramite futures possono esser acquistati strumenti finanziari su:
- tassi di interesse;
- valute;
- merci;
- relativi indici.
Sono altrettanto noti i c.d. contratti di scambio a pronti e a termine (swaps). Gli swap sono anche essi contratti derivati, in forza dei quali le parti si obbligano a eseguire reciprocamente dei pagamenti il cui ammontare e determinato sulla base di parametri di riferimento diversi. Questi, possono avere ad oggetto gli stessi strumenti finanziari della fattispecie precedente.
Un contratto a termine c.d. Forward è un accordo tra due soggetti per la consegna di una determinata quantità di un certo bene sottostante, che può essere un’attività finanziarie o merci, ad un prezzo e ad una data, stabilità originariamente. Può avere ad oggetto gli strumenti già citati, si distinguono dai futures in quanto si caratterizzano per il fatto di star fuori dai mercati regolamentati.
Altrettanto possibile è concludere contratti di opzione per acquistare o vendere gli strumenti, come quelli su indicati, nonché’ contratti di opzione su valute, su tassi d’interesse, su merci, e sui relativi indici.
I contratti di opzione sono strumenti finanziari derivati che danno il diritto di comprare o vendere un sottostante entro o ad una certa scadenza. Dal contratto, però, non deriva alcun l’obbligo di acquisto o vendita.
Le opzioni danno diritti diversi e opposti alle controparti. Usualmente si dice che chi acquista il contratto di opzione entra in una posizione “lunga”, mentre chi lo vende entra in una posizione “corta”.
I contratti ivi citati possono, infine, essere conclusi sia individualmente che combinati insieme, creando collegamenti negoziali, inserendosi così in una più ampia operazione commerciale.
1.4. Aspetti legali del Wealth management
Nell’ultimo decennio, l’esigenza di proteggere i propri risparmi è divenuta sempre più sentita. Tale necessità invero diventa maggiormente rilevante man mano che il patrimonio cresce.
In cospicuo patrimoni deve essere adeguatamente gestito e organizzato. In considerazione anche del rischio crescente di essere esposti a peculiari eventi lesivi, come la crisi di impresa o di liquidità, ma anche inaspettati eventi di natura familiare o personale, il legislatore ha progressivamente elaborato strumenti di cautelativi, volti a proteggere le grosse masse patrimoniali.
Il codice civile, infatti, è stato arricchito, anche grazie alle fonti sovranazionali, soprattutto comunitarie.
Tuttavia, proprio la sovrabbondanza di tecniche e misure, ha finito per ingenerare una rilevante difficoltà nella selezione e nella scelta del “tattica cautelare” più conforme allo scopo perseguito.
In quest’ottica si è sviluppata la figura del Wealth management, grazie all’apporto di consulenti potrai scegliere lo strumento che più è adatto a te. Le esigenze del cliente vengono, infatti. valutate dagli esperiti, in considerazione dell’entità del patrimonio, dell’attività lavorativa svolte e dei possibili rischi a cui si è esposti.
1.5. Esempi di istituti per la gestione del patrimonio
Gli istituti, previsti dal legislatore e a cui puoi ricorrere, sono molteplici e li esamineremo con cura nei prossimi paragrafi, tra questi ricordiamo:
- Il trust, figura introdotta mediante la Convenzione dell’Aja, con la quale si realizza una segregazione patrimoniale, ossia si separa massa patrimoniale. Il titolare, in genere, affida ad un soggetto la gestione del patrimonio, per il perseguimento di finalità o scopi specifici, o a beneficio di altri;
- contratto fiduciario è un negozio traslativo atipico, cioè è un negozio che comporta il trasferimento della proprietà. Il contratto prevede la realizzazione di un vincolo in virtù del quale tramite un primo atto si trasferisce un diritto o attribuisce una situazione giuridica ad un soggetto. Con un secondo, invece, nasce in capo a suddetto soggetto l’obbligazione di restituire il diritto, non necessariamente all’originario titolare;
- Vincolo di destinazione, previsti all’art. 2645 ter c.c., viene imposto su una massa patrimoniale, costituendo in sostanza un patrimonio separato, similmente al trust, al fine di realizzare interessi meritevoli di tutela. In genere ha per oggetto beni immobili, azioni, quote. Viene escluso quindi il denaro.
- società semplici: è la forma societarie meno strutturate tra quelle previste dal codice civili. Il ricorso a questo figura potrebbe essere una delle modalità maggiormente idonee ad assicurare la tutela del tuo investimento
Vediamo nel dettagli i predetti strumenti e cerchiamo di approfondire molteplici aspetti che potranno esserti necessari al fine di gestire il patrimonio.
2. Gli strumenti legali del Wealth Management
Numerosi sono gli strumenti di tutela del patrimonio personale, che l’ordinamento prevede e disciplina. Grazie al Wealth management questi istituti civilistici potranno essere adeguatamente impiegati. Scegliere quale sia quello maggiormente conforme alle esigenze individuali, tuttavia, non sembra semplice, proprio per tale ragione è opportuno ricorrere alla consulenza del Wealth manager.
La difesa del patrimonio da eventuali aggressioni dei creditori, potrebbe essere la tua esigenza principale. Crediti irrisolti e debiti mai adempiuti, potrebbero causarti innumerevoli conseguenze, conducendo anche a crisi di liquidità o di impresa, fin anche al fallimento.
Vediamo, allora, di seguito gli strumenti che il Wealth manager potrà suggerirti per far fronte alla tue esigenza di tutela del patrimonio e gestione.
2.1.1. Il trust per il Wealth Management
Il trust è un negozio giuridico in base al quale un soggetto, denominato disponente o settlor, dispone di una certa quantità di beni che vengono sottoposti ad un vincolo.
Questi beni, detti anche fondo in trust, vengono sono contestualmente sottoposti al controllo di un secondo individuo, che prende il nome di gestore o trustee. Questo procederà alla loro gestione ed amministrare da lui nei confronti di un terzo soggetto beneficiario, il beneficiario o beneficiary o per perseguire uno scopo.
Il negozio tramite il quale dare vita ad un trust può esser sia un atto tra vivi sia a causa di morte.
I beni soggetti al trust confluiscono in una massa distinta dal patrimonio del gestore. Non rileva, a tal proposito, la circostanza che i beni siano stati intestati a quest’ultimo o meno. Ciò implica che non potranno essere aggrediti dai creditori del tusteee.
Attraverso l’atto costitutivo, sono anche espressamente previste le regole di gestione, che il trustee dovrà necessariamente seguire nella attività di amministrazione.
Il suddetto atto costitutivo è un negozio giuridico unilaterale. Quest’ultimo ha forma scritta, anche al fine di facilitare la fase probatoria. In genere si ricorre ad un atto pubblico o una scrittura privata, elemento essenziale alla validità
2.1.2. Vantaggi del trust: effetto di segregazione
Il trust può esser utilizzato per molteplici finalità. In particolare una della più interessanti, soprattutto per gli imprenditori, è come applicazione al momento del passaggio generazionale di un’impresa.
Generando una forma di segregazione patrimoniale, consente di prevenire l’aggressione del patrimonio da parte dei creditori in una fase delicata della vita dell’impresa.
Similmente, il trust è particolarmente impiegato all’interno di procedure concorsuali, sempre per le stesse finalità, cioè prevenire eventuali aggressioni da parte dei creditori. Tuttavia, come poc’anzi accennato, l’istituto può adempiere anche a finalità di carattere familiare e personale, come la tutela di un disabile o di un minorenne.
Proprio per questa sua effetto segregativo, il trust viene utilizzato spesso nei piani realizzati nell’ambito del Wealth managament,
Tramite il trust, si costituisce una forma peculiare garanzia. I beni confluiti in gestione vanno a realizzare un patrimonio vincolato allo scopo dedotto nel negozio o in favore di un determinato soggetto.
La costituzione del vincolo produce il già citato effetto segregativo. Con ciò si intende che predetta massa patrimoniale è tutelata da eventuali aggressioni creditori del trustee, ma anche da parte dei creditori del settlor, a meno che il credito non sia sorto in dipendenza della gestione o dello scopo.
Inoltre, i predetti beni non potranno rientrare nella sua successione ereditaria e nemmeno nella comunione legale.
I beni del trust appartengono solo formalmente al trustee, ma confluiscono in una parte di patrimonio separata dall’intero patrimonio del gestore. Il settlor, invero, può sempre esercitare un’azione reipersecutoria per recuperare i beni che il gestore abbia gestito in modo da arrecargli un danno, così da punire l’atto illecito. In tal modo potrà anche esser richiesto il risarcimento.
2.1.3. Tipologie di Trust
Le tipologie di trust sono molte e differenti, sebbene lo schema utilizzato è sempre il medesimo. Nell’ambito del Wealth management la scelta di una tipologica piuttosto che di altra non è indifferente. Vediamo allora quali sono le fattispecie più interessanti.
Per dovere di completezza è opportuno fare un cenno al trust di scopo, che abbiamo citato nei paragrafi precedenti. Questo è il caso in cui il negozio venga istituito per raggiungere una determinata finalità.
In questa ipotesi, non essendoci un soggetto beneficiario, il settlor può ricoprire anche questo ruolo e lasciare la gestione dei beni al trustee per poterne trarre personalmente vantaggi.
Altrettanto utile, soprattutto nell’ambito dei passaggi generazionale di impresa, è il trust autodichiarato. In questa situazione il settlor non prende più il posto del beneficiario, bensì diventa esso stesso il trustee.
In tal modo lo stesso procederà alla gestione di una parte dei suoi beni separatamente per poterli finalizzare ad uno scopo ben preciso. Va specificato che, se il disponente intende ricoprire il ruolo di trustee, non può essere anche beneficiario dei vantaggi. In genere questo ruolo è assunto da un erede che è chiamato a subentrare nella gestione dell’attività imprenditoriale.
Il trust discrezionale è quella tipologia in cui al trustee è attribuito il potere di decidere se ed in quale misura avvantaggiare il beneficiario. Il beneficio principale di questa forma è che la posizione beneficiaria finisce per essere di fatto inaggredibile dai suoi stessi creditori, proprio in virtù del fatto che non è titolare di un credito esigibile nei confronti del trustee.
Potrebbe anche esser previsto, nell’atto costitutivo, che il trustee non debba erogare direttamente delle somme al beneficiario, ma le reimpiega per lo stesso. Questa, potremmo ritenere, che è una delle forme di trust che meglio si presta alle esigenze del Wealth management.
2.2.1. La Holding ai fini del Wealth management
Le holding sono delle società che detengono, in tutto o in parte, delle quote o delle partecipazioni di altre società da esse controllate.
Una holding si costituisce, se le due società, controllata e controllante, stipulano un contratto. Tramite tale atto, che in genere ha forma scritta solenne, si realizza un rapporto di controllo. Il contratto prende il peculiare nome di convenzione di dominato e crea un rapporto di dominio.
Tale rapporto si realizza ove la società controllata è subordinata alla controllante. Questo è possibile in forza del vincolo contrattuale che si va a realizzare, in virtù del quale la Holding capogruppo esercita un’influenza dominante nei confronti dell’altra.
Suddetto contratto deve essere redatto, come poc’anzi asserito per atto pubblico. La disciplina è contenuta nelle norme per la costituzione delle società di capitali, e in particolare all’art. 2328 c.c.. Ivi, la forma solenne è prevista come requisito a pena di nullità dell’atto negoziale.
La costituzione di una holding si perfeziona con l’iscrizione dell’atto costitutivo nel registro delle imprese. A seguito di predetto adempimento, viene in esistenza il gruppo societario, che acquista personalità giuridica.
2.2.2. I vantaggi della Holding
La Holding, nell’ambito del Wealth managament, viene presa in considerazione sotto diversi profili. Principalmente, la scelta di adottare questo sistema di gestione ricade su due requisiti principali:
- il ruolo della Holding nell’ambito del passaggio generazionale di impresa;
- i profili fiscali .
Il passaggio generazionale è una fase che tutte le imprese devono attraversare in un certo momento della loro storia, si auspica, invero, che questa situazione venga affrontata ben più di una volta. Tuttavia, è piuttosto frequente che un’impresa non sopravviva alla prima generazione di amministratori.
Il passaggio generazionale si realizza quando una generazione di gestori e amministratori succede alla precedente, nella gestione organizzativa e strutturale dell’impresa. In genere, questa si realizza con la successione tra padre e figlio.
La holding è uno strumento con cui garantire tale passaggio generazionale all’interno della famiglia in vista di un futuro societario. In tal modo si tenta di preservare il patrimonio da attacchi esterni, da una cattiva gestione o da liti e conflitti in sede di successione.
Tuttavia, il maggior vantaggio, è quello relativo al profilo fiscale, che si ottengono con la costituzione di una holding. In particolare, l’applicazione del sistema del controllo in questione consente di accedere al seguente regime:
- sfruttamento del regime della Participation Exemption (PEX);
- possibilità di godere del consolidato fiscale o dell’Iva di gruppo;
- opportunità di sfruttare i finanziamenti infragruppo;
- sfruttamento della tassazione agevolata sui dividendi.
2.3.1. Società semplice per il Wealth managament
Subito dopo la trattazione della Holding è opportuno trattare delle società semplici, Questo in quanto la disciplina, che ha carattere sussidiario nel nostro ordinamento, trova applicazione anche alle Holding.
Proprio per questa ragione e per i vantaggi che derivano dell’adozione di questo schema societario che acquista rilevanza in termini di Wealth managament. Questa forma societaria potrebbe esserti suggerita dal manager per diverse ragioni che di qui a poco esplicheremo.
L’art. 2247 c.c. definisce la società semplice come un accordo. In particolare asserisce che: “Con il contratto di società due o più persone conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di un’attività economica allo scopo di dividerne gli utili“.
Si può ricorrere ad essa per attività lucrative, ma non commerciali, come previsto dall’art. 2249 c.c.. Quindi non ogni attività imprenditoriale potrà essere esercitata per il tramite della società semplice, in particolare questa forma è adottata per quelle imprese che svolgono attività prevalentemente agricole e ogni altra a questa strumentale.
Il codice non prevede particolari formalità rispetto alla costituzione di una società semplice. E’ sufficiente, quindi, che sia concluso un contratto costitutivo. Tale assunto è espressamente contemplato all’art. 2251 c.c., ossia “il contratto non è soggetto a forme speciali, salve quelle richieste dalla natura dei beni conferiti “.
2.3.2. I vantaggi della Società semplice
La società semplice presenta innumerevoli vantaggi, primofra tutti la facilità di costituzione e l’assenza di specifici adempimenti burocratici. Tuttavia, in genere viene scelta soprattutto in quanto costituisce un ottimo strumento di gestione del patrimonio.
Ciò che maggiormente contraddistingue questa tipologia di società che l’ampia flessibilità nelle modalità di esercizio dei poteri da parte degli amministratori.
L’amministrazione della società è, tendenzialmente, equiparabile alla gestione di una qualsiasi attività di impresa. Le principali mansioni dell’amministratore sono ricollegate all’oggetto sociale, egli, infatti, ha il potere di compiere tutti gli atti che rientrano tra quelli prescritti con l’atto iniziale.
Una delle ragioni che rendono la gestione della società semplice particolarmente flessibile, è che in genere le decisioni possono essere prese da ciascuno degli amministratori anche disgiuntamente.
Una seconda ragione della fortuna di questo figura societaria attiene alla responsabilità dei soci e amministratori, in particolare rispetto al regime dei creditori.
Ai sensi dell’art. 2266 c.c., la società “acquista diritti ed assume obbligazioni per mezzo dei soci che ne hanno la rappresentanza”.
Ciò significa che i creditori delle obbligazioni assunte dai soci in nome della società possono soddisfarsi sul:
- patrimonio sociale;
- quello dei soci che hanno agito in nome e per conto della società;
- il patrimonio degli altri soci.
Tuttavia, per favorire l’ingresso di nuovi soci, è possibile escludere in via pattizia la loro responsabilità per i crediti pregressi. In questo caso, però, i soci non acquisiranno la qualità di amministratori.
2.4.1. Fondo patrimoniale per il Wealth management
Il fondo patrimoniale è uno strumento, impiegato dalle famiglie, per garantire la tutela del patrimonio e per assolvere specifici scopi, connessi alle dinamiche della vita quotidiana. Laddove vengano in evidenza esigenze di vita familiare, allora il Weath manager potrebbe suggerirti di ricorrere a questo istituto.
Il fondo patrimoniale, infatti, potrebbe essere particolarmente utile ove vengano in evidenza grandi patrimoni, che sono facile bersaglio di aggressione. Tramite tale istituto si garantirà la tutela delle esigenze primarie del famiglia.
La disciplina circa la costituzione del fondo patrimoniale è contemplata all’art. 167 c.c.. La norma dispone che l’atto può esser posto in essere da:
- Un coniuge
- Entrambi i coniugi
- Un terzo con atto pubblico, ed accettazione degli sposi, o per testamento
Il fondo è generalmente legato al momento del matrimonio, esso può essere costituito durante la celebrazione del matrimonio oppure in data antecedente, in vista di un matrimonio futuro
In questo secondo caso, le parti che possono procedere alla costituzione del fondo sono:
- Uno dei due futuri coniugi
- Un terzo in favore dei futuri sposi, con la loro accettazione
Per entrambe le due forme, l’efficacia è chiaramente subordinata all’effettiva celebrazione del matrimonio.
2.4.2. I vantaggi del Fondo patrimoniale
L’effetto principale che deriva dalla costituzione di un fondo patrimoniale è la segregazione patrimoniale. I beni che fanno parte del patrimonio separato sono destinati esclusivamente alla soddisfazione dei crediti sorti in dipendenza dello scopo dello stesso, quindi in ragione delle esigenze familiari.
l creditore non può aggredire il fondo patrimoniale se il debito che è stato contratto dal debitore non è legato ai bisogni della famiglia.
Il limite in questione, tuttavia, opera solo se il creditore sapeva che l’obbligazione contratta era estranea ai bisogni della famiglia. Tale elemento deve essere oggetto di onere probatorio, che rimane a carico del debitore. Il creditore ha tre strumenti di tutela principali:
- opposizione all’esecuzione del bene;
- può trascrivere il pignoramento nei pubblici registri entro un anno dalla costituzione del fondo;
- l’azione revocatoria è possibile procedere alla dichiarazione d’inefficacia del fondo patrimoniale.
Rilevanti vantaggi sussistono anche dal punto di vista fiscale.
Il fondo patrimoniale, dunque, non costituisce una propria entità autonoma, cioè un soggetto passivo di imposta. Ciò implica che non è necessario presentare alcuna dichiarazione fiscale. Quindi il fondo è sottratto, sostanzialmente, ad imposte dirette.
Per quanto riguarda, invece, le imposte indirette, la costituzione del fondo è soggetto all’imposta sulle successioni e donazioni, laddove ci sia un trasferimento di beni:
- imposta sulla successione, se il vincolo di destinazione è stato costituito tramite atto a causa di morte, cioè testamento;
- imposta sulla donazione, se, invece, il vincolo di destinazione è stato posto in essere per il tramite di atto tra vivi.
2.5.1. Patto di famiglia per il Wealth Management
Il patto di famiglia è un istituto che ha come principale funzione quello di consentire la gestione del passaggio generazionale di impresa, principalmente. Laddove si debba scegliere il successore e garantire un morbido ingresso dei nuovi gestori, evitando liti in sede di successione, il Wealth manager potrà suggerire di ricorrere a questo settore.
l patto di famiglia è sostanzialmente un contratto a titolo gratuito concluso tra vivi, cioè non a causa di morte. Con essi si pone in essere un patto stipulato dall’imprenditore con i propri discendenti, che prendono il nome di legittimari, per trasferire l’azienda in capo taluno di loro, quando si trova ancora in vita.
La partecipazione è necessariamente plurilaterale, deve essere sottoscritto sia dal coniuge dell’imprenditore che dai legittimari, nonché il soggetto a cui viene trasmessa l’azienda. Esso è un contratto ad efficacia reale, cioè con il consenso delle parti avviene il trasferimento della proprietà.
I legittimari sono il coniuge ed eventuali altri figli presenti al momento della stipula del contratto. I predetti soggetti sono coloro che sarebbero chiamati necessariamente a succedere ove la successione ereditaria dell’imprenditore si aprisse in quel momento
La disciplina del patto di famiglia dovrebbe innanzitutto essere applicata alle società di persone. Quindi, il trasferimento può avere come oggetto le partecipazioni sociali, sia in società semplici, sia in società in nome collettivo. Queste, infatti, attribuiscono al titolare il potere di gestione e amministrazione, che giustificherebbe il ricorso al patto di famiglia
Non sarebbe esclusa, sempre nella stessa ottica, la trasferibilità delle partecipazioni nelle società in accomandita semplice. Mentre per quanto riguarda le società di capitali, la disciplina del patto di famiglia troverebbe applicazione unicamente con riferimento alle partecipazioni sociali.
2.5.2. Vantaggi del Patto di famiglia
I vantaggi del patto di famiglia, invero sono molteplici, soprattutto per quanto attiene ai rimedi esperibili dai legittimari in sede di successione, che vedranno fortemente ridimensionati i loro poteri. L’ultimo comma dell’articolo 768 quater c.c. stabilisce che “Quanto ricevuto dai contraenti non è soggetto a collazione o a riduzione”.
In particolare la collazione è un istituto giuridico che opera con riferimento alle donazione. I donatari devono, in sede di successione, ritrasferire nella massa ereditaria tutto quanto hanno ricevuto in vita dal defunto. Il patrimonio, così ricostruito, sarà poi soggetto a divisione. Nel caso del patto di famiglia, invece, questo effetto non potrà prodursi, quindi l’impresa o le partecipazioni sono definitivamente sottratte alla divisione degli eredi.
Mentre l’azione di riduzione, invece, è un’azione giudiziaria, tramite la quale i legittimari possono ottenere giudizialmente la propria quota di legittima, ove sia stata pregiudicata mediante donazioni o testamento.
Il patto di famiglia produce altri due rilevanti vantaggi. Prima di tutto si evita la disgregazione dell’azienda dopo la morte dell’imprenditore per volontà dei successori o per incapacità di portare avanti l’attività.
Secondariamente, il titolare si assicura di lasciare la propria azienda in mano a persone che ritiene all’altezza di poter portare avanti il lavoro da lui fatto. Si garantisce, quindi, un’adeguata continuità nella gestione dell’impresa.
2.6.1. Atti di destinazione per il Wealth management
Uno degli strumenti più duttili a disposizione del Wealrh manager sono gli atti di destinazione. Infatti questi si contraddistinguono per una certa “atipicità” di contenuti, che consentono di utilizzarli nei momenti che risultano più consono. Essi si presteranno alle tue esigenze specifiche e contingenti.
L’art. 2645 ter c.c. ti offre, quindi, un rilevante strumento di organizzazione dei tuoi beni, purché siano rispettati i requisiti individuati dal legislatore.
Gli atti di destinazione si connotano per un’aria di utilizzo molto ampia:
- non ci sono limiti per quanto riguarda la natura del beneficiario che può essere paradossalmente chiunque;
- non sussistono neanche particolari indicazioni sui “vincoli di scopo”.
Tuttavia è necessario che abbiano il requisito della “meritevolezza”.
Questo è il principale limite che viene attribuito al vincolo di destinazione. Questi potranno essere utilizzati solo per il perseguimento di “interessi meritevoli di tutela”. Tali interessi non sono facili da individuare nel nostro ordinamento, abbiamo infatti diversi orientamenti sul punto.
In genere, si ritiene che siano meritivoli, secondo la tradizionale interpretazione del concetto di meritevolezza, gli scopi di utilità sociale, come quelli volti a tutelare soggetti in difficoltà, anche gli stessi familiari.
L’atto di destinazione consente di costituire un vincolo, individuando determinati beni del patrimonio personale separato, in modo che tu possa destinarli al fine per cui l’atto è stato realizzato, come in questo caso l’assistenza del parente disabile.
2.6.2. I vantaggi degli atti di destinazione
Gli atti di destinazione sono sostanzialmente presi in considerazione nell’ambito del Wealth management per la facoltà di realizzare dei patrimoni separati.
Già nei precedenti paragrafi abbiamo più volte parlato della segregazione patrimoniale. L’effetto, che contraddistingue tutti gli atti di destinazione e affini, come il trust, implicano la facoltà di far confluire dei beni in un patrimonio che non sarà aggredibile dai creditori.
Il patrimonio destinato, infatti, deroga al principio della responsabilità patrimoniale generica ai sensi dell’art. 2740 cc. La norma prevede che il debitore risponde dei propri debiti con tutti i propri beni presenti e futuri. Tuttavia, mediante il vincolo di destinazione, questi beni potranno soddisfare le pretese creditorie solo rispetto ai diritti sorti in dipendenza dello scopo di destinazione.
Nell’ambito dei rapporti familiari, gli atti di destinazione sono molto utili. Li si può adottare ad esempio se siete conviventi di fatto, infatti il vincolo di destinazione in questo caso non rende espropriabili determinati beni, che si possono destinare al soddisfacimento dei bisogni familiari.
Tale istituto viene in molti casi adottato in sostituzione del fondo familiare, riservato alla famiglia fondata sul matrimonio. In questo caso, il rapporto non si costituisce in costanza dell’atto matrimoniale, consentendo l’adozione anche alle coppie di fatto.
I beni, tuttavia, sono vincolati a uno scopo specifico. Quindi il fiduciario a cui affiderai tali beni avrà dei limiti specifici da rispettare.
Quest’ultimo dovrà amministrare la massa patrimoniale secondo le direttive stabilite per tutelare specifici diritti. L’art. 2645 ter c.c. introduce un vero e proprio blocco alla disponibilità dei beni vincolati, essi non potranno essere alienati per scopi estranei al vincolo di destinazione.
2.7. Intestazione fiduciaria per il Wealth management
Similmente agli atti di destinazione, anche l’intestazione fiduciaria si connota per una certa flessibilità, che può essere adeguatamente impiegato per gli scopi del Wealth management.
L’intestazione fiduciaria è, proprio in quanto è piuttosto duttile può essere utilizzata secondo diverse forme dal mandato fiduciario, alle società fiduciarie, al negozio fiduciario, a secondo dell’esigenza che viene in rilievo. Tuttavia dovrai tener ben presente che a seconda della forma di fiducia adoperata gli effetti saranno differenti, anche sotto il punto di vista fiscale.
Dalla intestazione, potrà, allora, seguire o l’effetto di separazione patrimoniale oppure lo stesso trasferimento di proprietà.
La figura è definita come l’accordo tra due soggetti, con cui taluno dei due, detto fiduciante, trasferisce in capo all’altro, fiduciario, la titolarità di una situazione giuridica soggettiva. Tale operazione è posta in essere al fine di perseguire uno scopo ulteriore.
Il fiduciario sarà tenuto ad una serie di obblighi. Con tale negozio l’obbligo di utilizzare i beni conferiti, nei tempi e nei modi prescritti.
Secondo l’orientamento prevalente, il negozio fiduciario è un atto unitario con una propria causa fiduciaria (Corte di Cassazione, sentenza del 19 maggio 1969, n. 1261).
Come abbiamo poc’anzi accennato, esso può produrre due effetti principali:
- il trasferimento di un diritto di proprietà su di un bene, al fine di amministrarlo;
- gestione del bene secondo le modalità concordate.
L’accordo prevede, inoltre, il ritrasferimento della titolarità del predetto diritto a richiesta, al fiduciante o a un soggetto terzo.
Il primo dei due effetti citati in precedenza è a natura reale, con esso è trasferito un diritto su un determinato bene. Il secondo, invece, ha causa fiduciaria con effetti obbligatori. Lo stesso presuppone l’assunzione di una serie di doveri di gestione.
2.8. Polizze assicurative per il Wealth management
Infine, è opportuno individuare uno degli strumenti più utilizzati nel Wealth management, soprattutto quando questa attività sia posta in essere dagli istituti bancari.
I contratti con cui si stipulano le polizze assicurative rientrano nella particolare categoria di contratti aleatori. Con tale locuzione si identificano gli atti negoziali connotati, oltre che dalla necessaria alea economica, anche da un’alea giuridica
Ovviamente avrai spesso sentito parlare di questa tipologia contrattuali, in alcuni settori è perfino obbligatoria, soprattutto a certi fini. La forma più consueta di polizza assicurativa è l‘assicurazione sulla vita, disciplinata all’art. 1882 c.c..
In questo caso il carattere aleatorio si identifica nel c.d. rischio demografico, cioè un evento futuro ed incerto legato alla vita dell’assicurato, come la morte o una malattia, di cui non si conosce il momento esatto della sua realizzazione.
L’ipotesi in esame può essere sia di tipo previdenziale, volta cioè ad erogare una somma di denaro all’assicurato a partire da raggiungimento di una certa età anagrafica. Piuttosto diffusa è anche l’ipotesi di polizza che viene stipulata a beneficio degli erede, che prevede il pagamento di una somma alla morte dello stipulante.
Tuttavia, esistono anche le polizze danni, che ti coprono per problemi che possono insorgere dal punto di vista professionale e civile.
Laddove tu svolga un’attività impreditoriale potrebbe esserti piuttosto utile anche la stipulazione di assicurazioni informatiche. Queste svolgono una funzione di protezione anche dai c.d. First-Party damages, come le interruzioni nella produzione. Invero, una delle più importanti implicazioni della polizza, è che essa copre anche i danni arrecati ai terzi, ossia i clienti che potrebbero eventualmente aver subito un pregiudizio da tali attacchi, che imputano all’azienda.
3. Come trovare un professionista esperto nel Wealth management
Il Wealth management è un settore in forte crescita negli ultimi anni, proprio per questo che è di venuto oggetto di particolare attenzione da parte di società e studi legali che si sono fortemente specializzati in questo settore.
Tuttavia siamo più abituati di quanto pensiamo a prendere decisioni importanti su aspetti che non conosciamo in maniera autonoma, quindi scegliere un consulente potrebbe non essere una scelta semplice. Eppure, in questo settore, una decisione sbagliata può avere conseguenze estremamente importanti sulle nostre vite.
Il settore della tutela degli interessi patrimoniali è, infatti, ampio e piuttosto complesso. In molti casi, un c.d. specialista del settore patrimoniale potrebbe esser particolarmente competente in una branca di questo settore, piuttosto che in altro.
Proprio per questo dovrai scegliere un consulente, sia in ambito finanziario che legale che possa gestire al meglio il tuo patrimonio e indirizzarti verso le scelte che sono più opportune in base alle tue esigenze.
La principale attività del wealth manager è la gestione del risparmio. Esistono anche servizi finanziari molto personalizzati che affiancano ad essa altre funzioni, tra cui la pianificazione successoria e l’ottimizzazione fiscale, ma sono dedicati a un numero ristretto di persone.
Proprio per quest’ultima ragione, dovrai scegliere in modo diligente sia chi ti dovrà consigliare nell’ambito finanziaria e nel settore legale.
3.1. Il Wealth manager
La scelta del Wealth Manger è dettata da diversi fattori che possono influire, sia di natura più propriamente professionale che non. Infatti, sicuramente un elemento che diviene fondamentale in questo settore è il rapporto con la clientela.
Il Wealth management è un settore dove l’elemento fiduciario e quello di fidelizzazione possono divenire fattori determinanti. Tuttavia, non solo il fattore umano, per quanto rilevante, è sufficiente.
Il servizio finanziario di cui potresti avere bisogno, può essere di due tipi:
- la consulenza;
- la gestione.
Nella scelta del consulente che fa a caso per te allora dovrai preliminarmente tener conto proprio del compito che gli andrai a richiedere. A seconda della tua specifica esigenza potrai orientarti verso una direzione piuttosto che altra.
3.2. Formazione del Wealth manager
Nella scelta del consulente più adatto alle tue esigenze sarà determinante scegliere un professionista che abbia una certa competenza e conoscenza del settore, sia teorica che pratica.
Ovviamente un elemento che dovrai necessariamente tenere in considerazione è la formazione sul campo. Uno degli fattori fondamentali nel processo di crescita e formazione è l’esperienza in una società di gestione patrimoniale.
Solo nel momento del confronto pratico che è possibile mettere in atto quello che si è appreso dal punto di vista teorico. Risulta allora determinante nella tua scelta quella di individuare un consulente con una certa reputazione all’interno dell’azienda. Nella gestione del tuo patrimonio, infatti, avrai un netto vantaggio rispetto ad altri, anche nell’ambito lavorativo stesso.
Nel Wealth management il livello di competizione è alto. Proprio per questo è opportuno individuare un consulente potrai anche scegliere soggetti che hanno frequentando un master in Gestione del Risparmio o studiando per ottenere la certificazione Cfa. Guadagnarla, invero, non è un’impresa semplice prevede un esame a 3 livelli che richiede in media quattro anni e 300 ore di studio per ogni livello. La particolare rilevanza della certificazione Cfa rappresenta un modo eccellente per dimostrare le proprie conoscenze e il proprio impegno nel settore.
3.3.Gli enti a cui rivolgersi
Numerosi sono poi gli enti a cui puoi rivolgerti per svolgere attività di Weath management, si tratta in genere di grandi banche che svolgono attività di promozione e finanziaria.
La figura del promotore finanziario è, invero, descritta dall’art. 31 del Tu dell’intermediazione finanziaria:” gli intermediari finanziari iscritti nell’albo previsto dall’articolo 106 del testo unico bancario si avvalgono di consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede”. I promotori, quindi, sono operatori autorizzato a incontrare i risparmiatori al di fuori della sede di una banca, di una Sim o di una Sgr;
Tra gli operatori del settore individuiamo in primo luogo le private bank. In genere sono proprio delle banche che svolgono attività di wealth managament per clienti con cospicui patrimoni. Queste gestire le esigenze finanziarie, patrimoniali, di investimento di una certa fascia di clientela, non procedono semplicemente a collocare prodotti finanziari predefiniti;
Le Sgr sono società di gestione e di risparmio, le quali sono autorizzate alla prestazione del servizio di gestione collettiva del risparmio e di gestione su base individuale di portafogli di investimento per conto terzi. L’autorizzazione è rilasciata dalla Banca d’Italia, sentita la Consob, secondo le disposizioni dell’art. 34 del TU sugli intermediari.
Mentre una sim è una società di intermediazione mobiliare, cioè sono società che si occupano prevalentemente della gestione di patrimoni mobiliari. Svolgono prevalentemente attività di organizzazione di collocamento presso gli investitori di titoli con (underwriting) o senza (selling) garanzie. Esse si occupano della cura della pubblicità, della raccolta delle sottoscrizioni e di ogni altro adempimento convenuto. Ad esempio la funzione principale è quella relativa al collocamento di azioni o obbligazioni societarie.
Laddove il tuo principale interesse sia alla gestione delle scelte economiche e finanziarie della tua famiglia, allora può ricorrere ad un family office. Questi possono svolgere i servizi per un’unica famiglia o per una collettività di famiglie, si occupano di assistere famiglie facoltose in ogni scelta e nel favorire il passaggio generazionale.
3.4. Il professionista legale nel Wealth management
Nel presente articolo ci siamo principalmente occupati del lato legale dell’attività di gestione e organizzazione del patrimonio. Proprio per questo che è opportuno indirizzarti e consigliarti anche nella scelta dell’avvocato esperto nel Wealth managament.
La scelta dell’avvocato esperto in wealth managament dovrà essere particolarmente accurata ed attenta. Non tutti gli avvocati hanno le stesse competenze, soprattutto nel settore in esame, proprio per questo che dovrai fare accurata attenzione nella scelta.
Nel caso di specie, invero, vengono in rilievo molteplici fattori, in particolare la carriera professionale del legale e l’esperienza in un settore altamente competitivo. In questo contesto, piuttosto che altro, il percorso formativo è solo una fase iniziarle della crescita professionale. Infatti diviene forse essenziale valutare anche le conoscenze acquisite sul capo.
Sicuramente il modo più immediato e diretto è avere un colloquio con l’avvocato. Sarai, quindi, chiamato a verificare le competenze e le sue conoscenze del legale, attraverso domande accurate e concrete, riferite alla tua personale necessità. Ma soprattutto dovrai avere un’idea chiara di quelle che sono le tue esigenze. Individuare a monte gli obiettivi che poi svilupperai ed integrerai in un piano organizzativo con il professionista stesso.
Scegliere una strada piuttosto che un’altra non è di poco conto, ma sicuramente devi sapere in partenza dove vuoi arrivare.
Sono questi, quindi, elementi principali che devi tenere in considerazione al momento in cui ti accingi a scegliere l’avvocato che redigerà con te il programma di gestione e tutela del tuo patrimonio.
3.6. Formazione del professionista legale
E’ piuttosto importante nella fase di formazione e specializzazione, soprattutto in branche così ampie come quella del Wealth management, avere una solida e approfondita formazioni.
Soprattutto gli ultimi decenni hanno visto un proliferare master e corsi formativi e specializzazione. Di tale fattore potrai tenere in considerazione al fine di scegliere l’avvocato che curerà la controversia di cui sei parte.
In particolare i corsi in Wealth Management – Gestione del Patrimonio, si rivolgono a professionisti che vogliono operare nei seguenti settori:
- banche e assicurazioni,
- società di consulenza,
- agenzie di intermediazione immobiliare o
- nell’esercizio della libera professione come avvocato esperto in pianificazione del patrimonio.
Detti corsi forniscono anche strumenti di analisi di mercato per formare esperti della gestione del patrimonio. Al termine di questi percorsi è possibile proporre una consulenza adattata alle esigenze di ciascun cliente, con l’obiettivo di massimizzare i rendimenti e ridurne al contempo i rischi.
Quindi anche il professionista legale esperto di Wealth management può conseguire la propria specializzazione attraverso detta tipologia di percorso formativo, il tutto unito ad una solida esperienza sul campo, la quale risulta fondamentale per comprendere le peculiarità delle singole esigenze di ogni caso e di preordinare gli esatti strumenti giuridici utili a conseguire lo scopo di pianificazione del patrimonio desiderato.
Ciò non preclude percorsi più tradizionali, come in settori canonici del diritto che pur si intrecciano all’ambito in esame.
4. Conclusioni
Come avrai notato, la disciplina prevista in relazione alla Wealth management è decisamente complessa poiché occorre valutare molti elementi.
Proprio per questo motivo, al fine di proteggere e difendere al meglio il tuo Patrimonio, ti consiglio di completare il Modulo di contatto che trovi in questa pagina.
Un Professionista di ObiettivoProfitto.it saprà aiutarti nel migliore dei modi.